L’offertorio è il momento della messa che segue all’ascolto della Parola di Dio e non va assolutamente preso come una sorta di intermezzo tra la prima e la seconda parte della Messa. L’offertorio è il punto d’unione tra le due parti e prepara il sacrificio attraverso il gesto della presentazione dei doni, da parte dei fedeli, i quali, vedendo quanto accade, sono stimolati ad offrire se stessi al Signore.
Così siamo educati e invitati ad unirci al gesto di Gesù che si dona a noi e coinvolti in questa dinamica di donazione.
Al momento dell’Offertorio tutto l’interesse si sposta dalla sede della liturgia della Parola alla mensa dell’altare.
Infatti il sacerdote e i ministri lasciano la sede per accogliere i doni che vengono portati e poi vanno all'altare da dove – fino alla Comunione - la Messa procede. L’orientamento esteriore ed interiore di tutti ora è verso Gesù, verso il Dio vivente.
Perché si portano doni/offerte?
Le offerte che presentiamo all’altare sono il segno della nostra partecipazione attiva. La Messa è un incontro, una festa e se l’uomo non partecipa non c’è comunione, Dio non interviene, non avviene l’Eucaristia, non si può rendere presente, sotto i nostri occhi, il sacramento della santa cena!
- Agostino vede e definisce tutto questo come un “meraviglioso scambio” fra la nostra povertà e la ricchezza di Dio.
Pertanto, il gesto umile e semplice di presentare i doni all’altare ha un significato molto grande: nel pane e nel vino portati all'altare tutta la creazione e noi stessi ci offriamo a Cristo per essere da Lui trasformati e presentati puri e santi al Padre.
Anche le offerte raccolte a Messa all’offertorio rientrano in questa dinamica di partecipazione: non è solo raccogliere danaro per i bisogni della Parrocchia e dei poveri! Anche l’offerta è frutto del lavoro umano. Dietro questo gesto c’è – come diceva S. Agostino – un meraviglioso scambio, noi doniamo a Lui la cose, la nostra vita e Lui, in cambio, ci dona se stesso! Insomma, non possiamo solo ricevere, dobbiamo anche educarci a dare.
La presentazione dei doni sottolinea due cose:
- il ruolo del sacerdote come mediatore: egli riceve le offerte dei fedeli e le depone sull'altare;
- e il ruolo proprio dei fedeli che, presentando il pane e il vino, offrono i propri sacrifici spirituali, in virtù del loro sacerdozio comune, come pure l’offerta in denaro nei cestini e altri doni per i poveri o per la Chiesa.
In questa collaborazione attiva rientra anche l’offerta che i fedeli fanno per una messa in suffragio dei defunti o per una persona vivente. E’ un’offerta: non si paga la messa! Non si compra il sacramento perché la Messa non è una cosa per cui si fa spesa ma una grazia, un bene che si riceve al quale noi collaboriamo donando qualcosa di nostro! Fare un’offerta per la Messa è come sentirsi protagonisti vivi e collaborativi e non più solo spettatori muti e inerti.
Sui doni portati sulla mensa, il sacerdote così dice: "Benedetto sei tu Signore Dio dell'universo. Dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a Te perché diventi per noi cibo di vita eterna". E così per il vino.
- Pane e vino sono doni di natura, segni che indicano tutto ciò che di importante c'è nella nostra vita: legami familiari, studio, lavoro, gioie e sacrifici; una situazione difficile, un momento positivo o di esaltazione, la nostra libertà, la vita!
- Pane e vino esprimono soprattutto l'offerta di noi stessi a Dio.
- Pane e vino simboleggiano il mistero dell’ unità della Chiesa (il pane è formato da tanti chicchi di grano e il vino da tanti acini d’uva spremuta).
Il sacerdote dice all'Offertorio sottovoce questa bellissima invocazione: "Umili e pentiti accoglici, o Signore: Ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a Te".
Senza umiltà e senza sincerità ogni nostro gesto davanti a Dio vale zero! Ciò che noi possiamo veramente fare nella vita è restituire a Dio con sincerità e umiltà ciò che è suo e stare in comunione con Lui. Solo stando uniti a Cristo le cose si possono trasformare, trasfigurare. Senza di me non potete fare nulla! Ricordiamo che la Chiesa non è semplicemente "tutti noi assieme" ma è Cristo e tutti noi insieme.
Come essere uniti a Cristo?
- All’offertorio c’è un piccolo gesto che ha un grande significato: il sacerdote mescola al vino nel calice delle gocce d’acqua: questo gesto rappresenta l’unione nostra con la vita di Gesù: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la natura divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. Ci è data questa grande possibilità, la possibilità di essere uniti alla natura di Dio così com’è un po’ d’acqua e il vino diventano una cosa sola.
- Poi, il prete dice ai fedeli:"Pregate, fratelli, perché il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre Onnipotente".
- I fedeli rispondono: "Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del Suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa".
- Richiamo il valore simbolico del lavabo con cui si esprime il desiderio di purificazione interiore. Questo gesto è un breve atto penitenziale per il sacerdote, che in quel momento si dispone e si prepara all'azione eucaristica.
NB.
Risulta così evidente che presentare doni e offerte al Signore è un atteggiamento di fondo che dovrebbe essere mantenuto tutta la Messa e tutta la vita. Per ottenere da Dio la conversione di un peccatore o il suffragio di un defunto non vi è nulla di più efficace della Messa e della preghiera fatta al Signore durante la sua celebrazione. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio. Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle disposizioni di quelli che partecipano alla Messa.
- quelle esterne: il fedele parteciperà alla santa Messa con fede, con rispetto e attenzione.
- e quelle interne: identificarsi con Gesù Cristo che si offre al Padre e noi con Lui, in Lui e per Lui. Chiediamogli che converta anche noi in pane per essere così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità.
La Santa Messa partecipata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione