La legge del digiuno

Astinenza e digiuno

 

in che consistono, “quando” e “chi”
 

 

Accanto al richiamo continuo alla conversione del cuore abbiamo l’invito, e alcune volte l’obbligo, di compiere atti penitenziali. Essi sempre dovranno esprimere l’atteggiamento interiore e la volontà di rinnovarsi e ritornare al Signore.

“Per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a suo proprio modo...”. Tale obbligo stabilito dal Codice di Diritto Canonico (Canoni 1249-1253), richiamato più volte nel Catechismo della Chiesa Cattolica, era stato rivisto e aggiornato dalla Costituzione apostolica “Poenitemini” di papa Paolo VI del 17 febbraio 1966.

Per l’Italia, la Conferenza Episcopale, il 4 ottobre 1994, con una Nota pastorale, dopo aver richiamato il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza, ha anche dato alle nostre Chiese alcune disposizioni normative e orientamenti pastorali. Ne riportiamo gli aspetti essenziali.

  

Gli impegni penitenziali chiesti in Italia ai credenti

 

1) La legge del digiuno “obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate”.

2) La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.

3) Il digiuno e l’astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle ceneri (o il primo Venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; sono consigliati il Sabato Santo fino alla Veglia Pasquale.

4) L’astinenza deve essere osservata nei venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con la solennità di S. Giuseppe (19 marzo) o quella dell’Annunciazione del Signore (25 marzo). In tutti gli altri venerdì dell’anno si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.

5) Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.

6) Dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute. Inoltre, “il parroco, per una giusta causa e conforme alle disposizioni del Vescovo diocesano, può concedere la dispensa dall’obbligo di osservare il giorno (...) di penitenza, oppure commutarlo in altre opere pie; lo stesso può anche il Superiore di un istituto religioso o di una società di vita apostolica, relativamente ai membri ed agli altri che vivono nella loro casa”.

 

Dagli orientamenti pastorali (n. 15-16)

 

Quanti sono impegnato nella cura pastorale sono invitati “a sviluppare una costante opera educativa verso i fedeli loro affidati, così che la pratica della penitenza si inserisca in modo abituale e armonico nella vita cristiana personale e comunitaria. In tal senso possono essere utili i seguenti suggerimenti:

 

a)   Nel tempo sacro della Quaresima i Vescovi, i presbiteri, i diaconi, i religiosi, ma anche i catechisti e gli educatori, favoriscano la riscoperta e l’approfondimento dell’originalità cristiana del digiuno e dell’astinenza, collegandoli intimamente con l’impegno a maturare nella vita di fede e di carità. In tal senso sono da valorizzare l’ascolto della Parola di Dio, una più intensa vita liturgica, iniziative di preghiera personale e di gruppo, forme di carità e di servizio.

b)  Ogni anno, durante la Quaresima, si propongano alle comunità parrocchiali, ma anche a gruppi, movimenti e associazioni, uno o più interventi di aiuto a favore delle situazioni di bisogno, verso le quali far convergere i frutti del digiuno e della carità. E’ giusta che la comunità abbia il resoconto di quanto si è attuato.

c)   E’ particolarmente importante assicurare il coordinamento delle varie iniziative catechistiche, liturgiche e caritative in ambito sia nazionale che locale, così da assumere qualche impegno penitenziale condiviso da tutti: si renderà più visibile e incisivo il cammino penitenziale della comunità cristiana come tale.

d)  Al fine di diffondere  e di approfondire la coscienza cristiana della penitenza, i vari organismi diocesani - specialmente i Consigli presbiterali e pastorali, il seminario e gli Istituti di Scienze Religiose -, nonché i Superiori degli Istituti di vita consacrata, le comunità parrocchiali, i responsabili delle aggregazioni ecclesiali e gli operatori della comunicazione sociale potrebbero promuovere momenti di riflessione sul digiuno e sull’astinenza nella vita dei singoli e delle comunità ecclesiali, così da proporre e programmare in modo convincente, soprattutto all’inizio della Quaresima, cammini formativi e iniziative di penitenza.

  

[...] I giovani siano istruiti anche circa l’obbligo morale e canonico del digiuno, che ha inizio con i 18 anni. Ai fanciulli e ai ragazzi si propongano forme semplici e concrete di astinenza e carità, aiutandoli a vincere la mentalità non poco diffusa per la quale il cibo e i beni materiali sarebbero fonte unica e sicura di felicità e a sperimentare la gioia di dedicare il frutto di una rinuncia a colmare la necessità del fratello: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35).

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