Introduzione
La croce è per noi il ricordo della passione, morte e risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo. Segno di dolore e di apparente sconfitta, ma è soprattutto segno di vittoria sul male e sulla morte, segno dell’amore di Gesù per noi. Gesù, Figlio di Dio, proprio morendo sulla croce ci dimostra il suo amore e l’amore del Padre che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito. Anche noi, come i cristiani di ogni tempo, mettiamoci in cammino dietro la Croce, per trovare in Gesù, morto e risorto per noi, vita nuova e benedizione.
I stazione
Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà". Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. (Lc 23, 20 - 25)
Gesù non è vittima della forza del destino; è salito sulla croce perché l’ha voluto. La sua accettazione non è rassegnazione passiva, ma è accoglimento della croce, è accettazione della volontà del Padre. È una visione bellissima, che ci schioda dalla situazione di condannati a vita.
A volte anche noi ci sentiamo condannati, quando veniamo ingiustamente accusati, quando veniamo emarginati, quando non ci sentiamo compresi o ancora peggio, non ci sentiamo amati.
Preghiera
Grazie Gesù per aver accettato di essere condannato, grazie perché così puoi capire le nostre condanne e ti fai sentire vicino.
II stazione
Gesù è caricato della croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo. (Gv 19, 17 - 18)
L’accoglienza porta diritto al cuore del crocifisso. Dobbiamo accogliere il fratello come un dono, non come un rivale o un possibile concorrente. Accogliere il fratello con tutti i suoi bagagli, perché non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, contorni, o fisionomia. Ma occorre una gran fatica per accettare chi abita di fronte a casa mia.
È più facile far finta di non vedere chi ha bisogno di noi, è più facile farci da parte, piuttosto che rimboccarci le maniche, è più facile scaricare sugli altri i problemi piuttosto che caricarli sulle nostre spalle.
Preghiera
Perdonaci, Gesù, per tutte le volte che non abbiamo voluto caricare sulle nostre spalle i problemi e le tristezze degli altri. Aiutaci ad avere il coraggio di fare nostri i problemi degli altri. Come hai fatto tu.
III stazione
Gesù cade la prima volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Solo contro di me egli ha volto e rivolto la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha spezzato le mie ossa. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri…
Se è vero che la croce è l’unità di misura di ogni impegno cristiano, dobbiamo fare attenzione al pericolo che stiamo correndo: quello che san Paolo chiama “l’evacuazione della croce” la croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive, ma noi vi giriamo al largo, come quando, si sfiora una città passando dalla tangenziale. L’automobile corre sulla strada, si dà un’occhiata ai campanili, ma tutto finisce lì.
Tante volte anche noi siamo come caduti sotto il peso della fatica di vivere, sotto il peso delle sconfitte, delle delusioni, dei nostri sogni non realizzati. Ci sentiamo a terra. Come Gesù.
Preghiera
Grazie Signore Gesù, perché le tue cadute ci dicono che sai cosa significa sentirsi a terra, grazie perché quando siamo a terra, tu sei accanto a noi.
IV stazione
Gesù incontra sua madre
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". (Lc 2, 34 - 35)
Santa Maria, donna dell’ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la notte. È un’esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre.
Nelle nostre difficoltà, nelle nostre tristezze, nelle ore buie della nostra esistenza Maria è lì, accanto a noi. Ci è vicino e riconosce in ciascuno di noi suo figlio Gesù, non dobbiamo temere: abbiamo una mamma sempre con noi.
Preghiera
Grazie Santa Maria, Madre di Dio e madre nostra. Non lasciarci soli nel momento della solitudine, della disperazione, della tristezza. Resta accanto a noi.
V stazione
Gesù è aiutato da Simone di Cirene
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio". (Mc 15, 21 - 22)
Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, ma deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati a un compito dalla portata storica senza precedenti: “Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi” (Is 58,6). Pertanto, non solo dobbiamo lasciare il “belvedere” delle nostre contemplazioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
Se è molto difficile provare a immedesimarsi con Gesù, proviamo almeno a immedesimarci con Simone di Cirene. Possiamo farlo ogni volta che proviamo a star vicino a chi soffre, ogni volta che diamo una mano a chi ha bisogno, ogni volta che condividiamo la sofferenza di chi ci è vicino.
Preghiera
Signore Gesù, accogli il nostro aiuto, vogliamo riconoscerti nelle persone che ci sono accanto, soprattutto in coloro che soffrono di più. Vogliamo riconoscerti e come Simone il Cireneo, lascia che proviamo ad aiutarti.
VI stazione
La Veronica asciuga il volto a Gesù
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. (Is 50, 6 - 7)
La riconciliazione verso i nostri nemici: noi dobbiamo assolutamente dare un aiuto al fratello che abbiamo ostracizzato dai nostri affetti, stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo, porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. È su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce.
Il gesto della Veronica è un gesto pieno di amore e di dolcezza: asciugare il volto. Quante volte anche noi siamo chiamati a riconoscere quel volto... un volto rigato dalle lacrime, un volto segnato dalla sofferenza, un volto che grida aiuto…
Preghiera
Cerchiamo il tuo volto Signore Gesù, non nasconderci il tuo volto. Lascia che accarezziamo il tuo volto, che incrociamo il tuo sguardo. Fa’ che riconosciamo il tuo volto nel volto dei nostri fratelli.
VII stazione
Gesù cade la seconda volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. (1Pt 2, 23 - 24)
Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’inerpica sui tornanti del Gòlgota. Come i Corinzi anche noi, la croce, l’abbiamo “inquadrata” nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica.
Gesù è a terra per la seconda volta. Quanto è pieno di significato questo rimanere a terra di Gesù. Anche noi ci sentiamo a terra, molte volte, anche noi facilmente cadiamo a terra, anche noi fatichiamo a rialzarci e non troviamo chi ci aiuti a rimetterci in piedi.
Preghiera
Quante volte anche a noi capita di cadere. Noi cadiamo spesso sotto i nostri peccati, i nostri sensi di colpa e i nostri rimorsi. Resta con noi Gesù, non permettere che restiamo a terra, ma fa’ che il pensiero di te ci aiuti a rialzarci.
VIII stazione
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?” (Lc 23, 27 - 28.31).
Al Gòlgota si va in corteo, pregando, lottando, soffrendo con gli altri. Non con arrampicate solitarie, ma solidarizzando con gli altri che, proprio per avanzare insieme, si danno delle norme, dei progetti, delle regole precise, a cui bisogna sottostare da parte di tutti. Se no, si rompe il tessuto di una comunione che, una volta lacerata, richiederà tempi lunghi per pazienti ricuciture.
Se condivisa, la sofferenza diventa più sopportabile. Le donne di Gerusalemme piangono. Gesù sente la loro solidarietà, e la allarga: il dolore di Gesù è il dolore di tutta l’umanità!
Preghiera
Grazie, Signore Gesù, perché con la tua croce hai preso su di te il dolore di tutti gli uomini e le donne di ogni tempo. Sei il simbolo del dolore dell’umanità, della morte dell’umanità che però non dice l’ultima parola. L’ultima parola la dice la forza dell’amore!
IX stazione
Gesù cade la terza volta
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte”. (Is 53, 7 - 8b)
La croce, l’abbiamo isolata: è un albero nobile che cresce su zolle recintate, nel centro storico delle nostre memorie religiose, all’interno della zona archeologica dei nostri sentimenti, ma troppo lontano dalle strade a scorrimento veloce che battiamo ogni giorno. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato!
Preghiera
Cadendo a terra per la terza volta Gesù si rivela stremato di forze. Questa volta è ancora più difficile rialzarsi. Eppure ci riesce.
X stazione
Gesù è spogliato delle vesti
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte”. (Sal 22, 17 - 19)
“Collocazione provvisoria”. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Gesù. Coraggio, allora: la tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione provvisoria”. Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si vedrà mai come suolo edificatorio.
Gesù deve toccare il fondo della condizione disumana, viene spogliato della sua dignità di uomo, deve conoscere la peggiore situazione che può vivere l’umanità. Perché nessuno si senta così misero da poter dire “Gesù non ha provato la mia condizione”.
Preghiera
Ti preghiamo, Signore Gesù, per tanti uomini e donne derubati della propria dignità di persone, per tutti coloro che soffrono. Ma anche per coloro che provocano le sofferenze degli altri, perché si accorgano che il male che fanno agli altri ricade su se stessi.
XI stazione
Gesù è inchiodato in croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. C’era anche una scritta, sopra il suo capo: “Questi è il re dei Giudei”. (Lc 23, 33 - 34.38)
C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato alla morte di Cristo: “Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo.
Quanti chiodi nella nostra vita, nella nostra casa, nella nostra terra. Quanti chiodi vediamo piantare, quanti chiodi noi stessi forse a volte piantiamo. E Gesù li sente tutti questi chiodi, quelli che sentiamo piantati su di noi e quelli che noi piantiamo negli altri.
Preghiera
Perdonaci, Signore, se anche noi abbiamo piantato dei chiodi sulla tua croce, perdonaci se non abbiamo provato a schiodarti, perdonaci se non abbiamo impedito ad altri di piantare chiodi.
XII stazione
Gesù muore sulla croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E chinato il capo, spirò”. (Gv 19, 28 - 30)
Un giorno, quando avrete finito di percorrere la mulattiera del Calvario e avrete sperimentato come Cristo l’agonia del patibolo, si squarceranno da cima a fondo i veli che avvolgono il tempio della storia e finalmente saprete che la vostra vita non è stata inutile. Che il vostro dolore ha alimentato l’economia sommersa della grazia. Che il vostro martirio non è stato un assurdo, ma ha ingrossato il fiume della redenzione raggiungendo i più remoti angoli della terra.
L’ultimo nemico, il peggiore, quello che tutti temiamo, è la morte. Cosa può capitarci di peggio che morire? Niente. E così Gesù è passato anche di lì, è passato attraverso la morte... Doveva accadere questo. Era necessario che Gesù morisse, perché noi tutti potessimo credere al suo amore. Era necessario. Per convincerci che il suo amore è più forte della morte!
Preghiera
Grazie, Signore Gesù, perché con la tua morte convinci tutti noi: sei veramente uomo. Hai veramente condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Per questo puoi veramente permetterci di condividere la condizione divina: ti sei fatto come noi perché noi potessimo essere come te!
XIII stazione
Gesù è deposto dalla croce
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù, e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia, e subito ne uscì sangue e acqua”. (Gv 19, 31 - 34)
Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte. Ecco un grembo di donna che ti avvolge di tenerezza. Coraggio! Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
Gesù non rimane sulla croce, da quella croce viene deposto. Questo ci consola: i momenti difficili che a tutti capita di vivere, non sono eterni: passano!
Preghiera
Aiutaci Signore Gesù a trovare che ci schioda dalla croce, aiutaci a togliere dalla croce le persone sofferenti accanto a noi.
XIV stazione
Gesù viene posto nel sepolcro
Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino, e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino” (Gv 20, 41 - 42).
Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del “terzo giorno”. Da lì le sofferenze del mondo non saranno più i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo.
Quel sepolcro, quella tomba è vuota! Di lì Gesù è venuto fuori, vivo!
Preghiera
Grazie, Signore Gesù, perché tiri fuori anche noi dalla morte e da tutte le morti piccole o grandi che incontriamo. Grazie Gesù perché la morte tu l’hai sconfitta, le ultime parole di questa storia sono VITA, GIOIA, RISURREZIONE!
Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra, la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con te. Perché vivere non è “trascinare la vita” , non è “rosicchiare la vita”… Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te!
Orazione finale
Mio Signore e mio Dio, credo alla tua risurrezione e voglio vivere alla tua presenza per non considerarmi mai solo e abbandonato. Scenda, o Padre, la tua benedizione su di noi che abbiamo commemorato la passione e morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con Lui. Venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Libretti