Che cos'è la Quaresima?
Il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. È il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera conversione» così da «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», si legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri. Questo itinerario di quaranta giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo di cambiamento interiore e di pentimento.
Le ceneri
Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno e astinenza dalle carni (così come lo è il Venerdì Santo, mentre nei Venerdì di Quaresima si è invitati all’astensione dalle carni). Come ricorda uno dei prefazi di Quaresima, «con il digiuno quaresimale» è possibile vincere «le nostre passioni» ed elevare «lo spirito». Durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri il sacerdote sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla fronte. Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. La cenere imposta sul capo è un segno che ricorda la nostra condizione di creature ed esorta alla penitenza.
Nel ricevere le ceneri l’invito alla conversione è espresso con una duplice formula: «Convertitevi e credete al Vangelo» oppure «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai». Il primo richiamo è alla conversione che significa cambiare direzione nel cammino della vita e andare controcorrente (dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente ed illusorio). La seconda formula rimanda agli inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo la colpa delle origini: «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (Gen 3,19). La parola di Dio evoca la fragilità, anzi la morte, che ne è la forma estrema. Ma se l’uomo è polvere, è una polvere preziosa agli occhi del Signore perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità.
Capire la Quaresima
La Quaresima è un periodo di 40 giorni di preparazione alla Pasqua, tale periodo ha una ricchissima storia nella liturgia.
In un primo momento costituiva il tempo della definitiva preparazione dei candidati al Battesimo (catecumeni), amministrato la Vigilia di Pasqua.
I riti legati a questa preparazione venivano chiamati «scrutini»; alla preparazione dei catecumeni , prendeva parte la comunità dei credenti e, in questa maniera, la preparazione al Battesimo degli uni diventava per gli altri l'occasione per meditare sul proprio battesimo.
Il periodo di preparazione di quaranta giorni era un periodo di penitenza, che, col tempo, fu ridotta principalmente al digiuno. Completavano il digiuno, la preghiera e l'elemosina.
Come ci si preparava allora?
Non si celebravano matrimoni
Non si consumava carne il venerdì
Non si organizzava nessuna festa pubblica
Ci si impegnava a pregare più intensamente
Ci si dedicava amaggiormente alla carità per i poveri
Non ci si concedeva alcuna distrazione che distogliesse dall’ascolto della parola di Dio
L'idea di fare penitenza
Un giorno i discepoli di Giovanni s'avvicinarono a Gesù e gli dissero:
"Per qual motivo, mentre noi e i Farisei digiuniamo spesso, i tuoi discepoli non digiunano? E Gesù rispose loro: Com'è possibile che gli amici dello sposo possano fare lutto finché lo sposo è con loro? Verranno poi i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto, ed allora digiuneranno" (Mt. 9, 14-15).
I primi cristiani si ricordarono di quelle parole di Gesù, e cominciarono molto presto a passare nel digiuno assoluto i tre giorni del mistero della Redenzione, cioè dal Giovedì Santo al mattino di Pasqua.
Fin dal II e III secolo abbiamo la prova che in parecchie Chiese si digiunava il Venerdì e il Sabato Santo.S. Ireneo, nella Lettera al Papa S. Vittore, afferma che molte Chiese d'Oriente facevano la stessa cosa durante l'intera Settimana Santa.
Il digiuno pasquale si estese poi nel IV secolo, fino a che la preparazione alla festa di Pasqua, attraverso un periodo che divenne sempre più lungo fino a durare quaranta giorni, cioè Quadragesima o Quaresima.
Il numero 40
Nella liturgia si parla di Quadragesima, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame».
Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.
Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Tornando alla Quaresima, essa è un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire», ha spiegato Benedetto XVI nel 2011.
I segni: digiuno, elemosina, preghiera
Il digiuno, l’elemosina e la preghiera sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria.
Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone». Così il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Non è un caso che nelle diocesi e nelle parrocchie vengano promosse le Quaresime di fraternità e carità per essere accanto agli ultimi.
La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. E san Giovanni Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia».
Per papa Francesco, «dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi».
QUARESIMA : tempo di penitenza e di conversione
Si ricordano le disposizioni normative:
“1- La legge del digiuno «obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un pò di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate» (Paenitemini, III; EV 2/647).
2- La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, a un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
3- Il digiuno e l’astinenza, nel senso ora precisate, devono essere osservati il mercoledì delle ceneri (e il primo venerdì di quaresima per il rito ambrosiano) e il venerdì della passione e morte del Signore nostro Gesù Cristo; sono consigliati il sabato santo sino alla veglia pasquale.
4- L’astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità.
In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.
5- Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni sino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.
6- Dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione giusta, come ad es. la salute. Inoltre, “il parroco, per una giusta causa e conforme alle disposizioni del vescovo diocesano, può concedere la dispensa dall’obbligo di osservare il giorno di penitenza, oppure commutare in altre opere pie; lo stesso può anche il superiore di un istituto religioso o di una società di vita apostolica, se sono clericali di diritto pontificio, relativamente ai propri sudditi e agli altri che vivono giorno e notte nella loro casa (can. 1245)”.
Che differenza c’è tra digiuno e astinenza?
Al giorno d’oggi, anche la rinuncia al cellulare, quindi non solo al cibo, è un atto di digiuno.
“Il digiuno si riferisce principalmente alla quantità di cibo, mentre l’astinenza guarda a ciò che si mangia. Quando si compie il digiuno, è possibile fare un solo pasto completo mentre gli altri saranno leggeri in base alle consuetudini. Non si consumano cibi solidi nel resto del giorno, ma sono consentiti i liquidi, inclusi il tè, il caffè e i succhi. L’astinenza, invece, che è propria dei venerdì di Quaresima, esclude il consumo di carne. Un alimento che può essere sostituito da altri cibi come le verdure o il pesce. Certo, questa legge va sempre osservata senza mettere a rischio la salute delle persone.”
La tradizione distingue quindi tra digiuno e astinenza, anche se le due tipologie vanno osservate assieme il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Lo spiega ad Avvenire padre Edward McNamara, docente di Teologia e liturgia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. In questo tempo di Quaresima, che mira alla nostra conversione, il digiuno serve ad affrancarci da tutto quanto ci lega a noi stessi e alle nostre passioni. Non può essere ridotto a un peso oneroso o a un semplice esercizio, come fosse una dieta, perché preparare una grande festa con il digiuno è un modo per sottolinearne l’importanza.
“Nell’Antico Testamento esso rappresenta un richiamo a farsi umili davanti a Dio e rimanda alla totale dipendenza dal Signore riconoscendo nel cibo, che mantiene l’uomo in vita, un dono dell’Altissimo. Così si digiuna, ad esempio, prima di una sfida difficile, prima di chiedere una grazia oppure per implorare perdono per un peccato. Tutto questo rimane valido nel Nuovo Testamento ma, di fronte al pericolo di una certa ostentazione, Gesù raccomanda maggiore discrezione nel modo di fare digiuno senza mostrare evidenti indizi esterni.”
Nel Codice di Diritto canonico, si stabilisce che l’astinenza dalle carni o da altro cibo debba essere osservata in tutti i venerdì dell’anno, eccetto se coincidono con un giorno annoverato tra le solennità; l’astinenza e il digiuno, invece, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì della Passione e Morte del Signore. Inoltre, all’astinenza sono tenute le persone dai 14 anni d’età, mentre al digiuno tutti i maggiorenni fino ai 60 anni. Tuttavia, è bene che anche coloro che non sono tenuti a queste leggi siano formato al genuino senso della penitenza.
“La rinuncia non è fine a sé stessa e nemmeno una prova di mero dominio personale, come potrebbe essere per un atleta. Se desideriamo essere liberi da quanto ci opprime, è sempre per tornare a Dio, per vivere la carità con tutto il cuore e con tutta l’anima e per amare il prossimo come se stessi. Dal momento che intendiamo il digiuno come uno sforzo che ci aiuta a spezzare le catene del peccato, ci possono essere molti modi per compiere questa pratica, oltre a quelli che la tradizione ci offre. Così, tanto per dare un suggerimento, possiamo digiunare da alcuni mezzi della comunicazione sociale, a cominciare dall’uso smodato del cellulare. Tutto ciò consente di aprici a Dio e agli altri dedicando anche più spazio alla preghiera e di giungere davvero rinnovati ad accogliere il Risorto.”
Il conteggio dei giorni
Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima.
Persa l’unità dell'originario triduo pasquale (nel VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme).
Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”).
Attualmente la Quaresima termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.
Perché i giorni sono quaranta?
Alcuni numeri, nella Bibbia, acquistano un significato per gli avvenimenti del popolo di Dio ai quali sono connessi. Per questo diventano dei “segni”, e sono a loro volta veicoli di particolari messaggi.
Genesi 7,12 : Nel racconto del diluvio universale la Genesi dice: Cadde la pioggia sulla terra per 40 giorni e 40 notti.
Esodo 24,18: Quando Il Signore stabilì l’Alleanza con il popolo di Israele sul monte Sinai la Bibbia dice: Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte 40 giorni e 40 notti.
Numeri 14,33: Il viaggio di 40 anni nel deserto del popolo ebreo: I vostri figli saranno nomadi nel deserto per 40 anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto.
1 Samuele 17,16: Golia sfida per 40 giorni gli Israeliti fino all’arrivo di Davide: Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per 40 giorni a presentarsi.
1 Re 19,8: Elia proseguì nel deserto per 40 giorni con la forza del pane dato da Dio: Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per 40 giorni e 40 notti fino al monte di Dio, l'Oreb.
Matteo 4,1-11: Gesù trascorse quaranta giorni nel deserto, digiunando, pregando, e resistendo alle tentazioni: Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, ebbe fame.
Il numero 40 nella Bibbia misura un periodo di tempo durante il quale il popolo ebreo o un rappresentante del popolo ebreo viene messo alla prova (la tentazione).
Questa prova da una parte saggia la sua fede dall’altra manifesta che solo in Dio vi è salvezza.
La Chiesa ci chiede di vivere la Quaresima dedicando particolare attenzione queste cose:
Austerità e vigilanza - Ascolto e preghiera
Digiuno e conversione - Memoria del Battesimo
Carità e condivisione
Quaresima e Battesimo
L’antica Quaresima romana si caratterizzava per le celebrazioni stazionali che si tenevano il mercoledì e il venerdì; successivamente, tra il pontificato di Leone Magno (440-461) e di Gregorio II (715-731) tali celebrazioni furono estese a tutta la Quaresima. Con la presidenza del vescovo, il popolo si riuniva in una chiesa (collecta) e in processione giungeva in quella della celebrazione eucaristica (statio). La Quaresima era il tempo proprio per la preparazione immediata dei catecumeni che nella Veglia pasquale avrebbero ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Inoltre, durante la Quaresima i penitenti pubblici compivano il loro percorso di purificazione.
Da sempre la Chiesa associa la Veglia pasquale alla celebrazione del Battesimo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti. Fin dai primi secoli di vita della Chiesa la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano udito e accolto l’annuncio di Cristo iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede per giungere a ricevere il Battesimo a Pasqua. Successivamente anche i penitenti e poi tutti i fedeli furono invitati a vivere questo itinerario di rinnovamento spirituale, per conformare sempre più la propria esistenza a Cristo. Nelle domeniche di Quaresima si è invitati a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, in modo che l’esistenza di ciascuno recuperi gli impegni di questo Sacramento che è alla base della vita cristiana.
La liturgia
Come nell’Avvento, anche in Quaresima la liturgia propone alcuni segni che nella loro semplicità aiutano a comprendere meglio il significato di questo tempo. Come già accaduto nelle settimane che precedono il Natale, in Quaresima i paramenti liturgici del sacerdote mutano e diventano viola, colore che sollecita a un sincero cammino di conversione. Durante le celebrazioni, inoltre, non troviamo più i fiori ad ornare l’altare, non recitiamo il “Gloria” e non cantiamo l'“Alleluia”. Tuttavia la quarta domenica di Quaresima, quella chiamata del “Laetare”, vuole esprimere la gioia per la vicinanza della Pasqua: perciò nelle celebrazioni è permesso di utilizzare gli strumenti musicali, ornare l’altare con i fiori, le vesti liturgiche sono di colore rosa.
Il tempo quaresimale antepone le domeniche proprie anche alle feste del Signore e a tutte le solennità, come pure le ferie quaresimali hanno la precedenza sulle memorie obbligatorie. In queste settimane la Chiesa promuove le stazioni quaresimali, le liturgie e le celebrazioni penitenziali. Come spiega il Sussidio Cei per la Quaresima, la fede popolare quasi naturalmente scandisce il tempo quaresimale proponendo esperienze, tempi e spazi che mettono al centro la meditazione, la drammatizzazione e la contemplazione della passione di Gesù, la venerazione verso Cristo crocifisso, la Via Crucis, la Via Matris. «La cura di queste forme popolari sempre più alimentate dall’ascolto della Parola di Dio, da catechesi semplici e coinvolgenti, armonizzate coi ritmi del tempo liturgico, conducono più facilmente i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale. Uno sforzo maggiore va fatto per proporre anche esperienze “popolari” che recuperino la dimensione battesimale della Quaresima, come per esempio le catechesi sul Simbolo apostolico attraverso opere d’arte, spesso custodite negli oratori delle Confraternite».
Le letture delle Messe domenicali della Quaresima 2023
In questo Anno liturgico (ciclo A) la prima domenica di Quaresima è chiamata Domenica della tentazione, perché presenta le tentazioni di Gesù nel deserto (Mt 4,1-11). In questa Domenica la Chiesa celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La seconda domenica è detta di Abramo e della Trasfigurazione perché come Abramo, padre dei credenti, siamo invitati a partire e il Vangelo narra la trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato (Mt 17,1-9). La terza domenica ci fa incontrare la Samaritana (Gv 4,5-42): Gesù, come dice alla Samaritana, ha un’acqua di vita che estingue ogni sete. La Chiesa in questa Domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La quarta domenica fa riflettere sull’esperienza del «cieco nato» (Gv 9,1-41) per esortare a liberarci dalle tenebre del male e a ricevere la luce di Cristo per vivere da figli della luce. La quinta domenica presenta la risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45) e ai catecumeni è consegnata l’orazione del Signore: il Padre nostro. Infine c’è la Domenica delle Palme in cui si fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e durante la quale viene letta la Passione di Cristo.
Le letture delle Messe domenicali della Quaresima 2021/2024
In questo Anno liturgico ( ciclo B) la prima domenica di Quaresima rimanda ai quaranta giorni di Cristo nel deserto durante i quali il Signore viene tentato da Satana (Marco 1,12-15) e contiene il monito: «Convertitevi e credete nel Vangelo». In questa Domenica la Chiesa celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La seconda domenica di Quaresima è detta di Abramo e della Trasfigurazione perché come Abramo, padre dei credenti, siamo invitati a partire e il Vangelo narra la trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato (Marco 9,2-10). La terza domenica di Quaresima riporta la cacciata dei mercanti dal tempio con la frase di Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Giovanni 2,13-25). La Chiesa in questa domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La quarta domenica di Quaresima presenta le parole di Cristo a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,14-21). Nella quinta domenica di Quaresima il Signore annuncia la sua morte e risurrezione con questa similitudine: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Giovanni 12,20-33). Infine c’è la Domenica delle Palme in cui si fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e durante la quale viene letta la Passione di Cristo.
Le letture delle Messe domenicali della Quaresima Anno C (2019-2022-....)
In questo Anno liturgico ( ciclo C) la prima domenica di Quaresima rimanda ai quaranta giorni di Cristo nel deserto durante i quali il Signore viene tentato da Satana (Luca 4,1-13). In questa Domenica la Chiesa celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La seconda domenica di Quaresima è detta di Abramo e della Trasfigurazione perché come Abramo, padre dei credenti, siamo invitati a partire e il Vangelo narra la trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato (Luca 9,28b-36). La terza domenica di Quaresima riporta la parabola dell’albero di fichi che il vignaiolo intende tagliare ma viene esortato a «lascialo ancora quest’anno» per vedere «se porterà frutti per l’avvenire» (Luca 13,1-9). La Chiesa in questa domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La quarta domenica di Quaresima presenta la celebre parabola del Figliol prodigo, detta anche del Padre misericordioso (Luca 15,1-3.11-32). Nella quinta domenica di Quaresima si narra l’episodio della lapidazione dell’adultera con la frase di Cristo: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Giovanni 8,1-11). Infine c’è la Domenica delle Palme in cui si fa memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e durante la quale viene letta la Passione di Cristo.
La Quaresima oggi
La Quaresima inizia il mercoledì detto “delle Ceneri”, giorno in cui ci rechiamo in chiesa e accettando l'imposizione delle ceneri, riconosciamo di essere peccatori: è questa una tacita confessione.
Il sacerdote mettendoci un po’ di cenere sulla testa dice: "Ricordati che polvere sei e in polvere ritornerai". In pratica, riconoscendo la nostra condizione di peccatori, noi accettiamo anche il nostro castigo: la morte temporale.
Intanto, siccome Dio "non vuole la morte del peccatore", dobbiamo confidare nella sua misericordia per salvarci dalla morte eterna, e prendere all'inizio della Quaresima, la risoluzione di lottare contro il peccato.
La Quaresima termina la sera del Giovedì Santo prima della Messa “In coena Domini”.
Il Tempo di Quaresima è segnato anzitutto:
dal ricordo dei quaranta giorni di Gesù nel deserto,
dalla sua lotta con il demonio,
dalla sua vittoria sul tentatore.
Nel deserto Gesù viene nutrito della Parola di Dio, e così supera ogni suggestione diabolica, scegliendo decisamente il cammino segnatogli dal Padre: la redenzione mediante l'umiltà della croce.
Durante questo tempo, attraverso un ascolto più attento e volonteroso, dobbiamo accostarci anche noi alla Parola di Dio, per attingervi la forza di metterci in cammino sulla strada di Gesù Cristo.