Settimana Santa: significato e ricorrenze dei giorni prima di Pasqua

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Il significato di ogni giorno di cui si compone la Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme fino al Lunedì dell’Angelo.

La Settimana Santa è la celebrazione del momento più importante per ogni cristiano. Dalla Domenica delle Palme al Giovedì Santo, passando per il Venerdì Santo ma soprattutto per la Domenica di Pasqua, ogni credente ricorda la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, cuore della religione cristiana. In Italia si celebra per lo più la Pasqua Cattolica, ma i giorni della Settimana Santa, pur con riti e tradizioni diverse, hanno lo stesso significato per tutte le confessioni cristiane. Quando si parla di Settimana Santa, si intendono i giorni che vanno dalla Domenica delle Palme al Lunedì dell’Angelo, cioè la nostra Pasquetta. Ogni giorno della Settimana Santa è collegato agli ultimi giorni di Gesù Cristo: vediamo il significato e le ricorrenze di ogni giorno della Settimana Santa.

La Settimana Santa è più correttamente indicata anche come Ottava di Pasqua, perché composta dagli otto giorni che precedono la Pasqua, domenica compresa. La Pasqua è il momento in cui la comunità cristiana di tutto il mondo celebra la morte e la resurrezione di Cristo ed è la celebrazione dell’essenza stessa del cristianesimo. La liturgia ricostruisce con letture e celebrazioni i passaggi centrali che porteranno Gesù di Nazareth sulla croce, dall’ingresso a Gerusalemme fino all’incontro delle donne con l’Angelo.

 


domenicadellepalme 5Domenica delle Palme

La Settimana Santa si fa iniziare con la Domenica delle Palme, giorno in cui si celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme dove viene accolto come Messia e figlio di Davide in un tripudio di palme (da cui il nome). Dalle palme evangeliche, si passa a quelle attuali: i riti religiosi della Domenica delle Palme prevedono infatti la benedizione di ramoscelli di ulivo che poi vengono distribuiti e portati a casa dai fedeli come segno di pace e di benedizione. La Domenica delle Palme non conclude la Quaresima, cioè il periodo di penitenza di quaranta giorni in preparazione della Pasqua.

 

 

 

 


lunedisanto 2Lunedì Santo

I primi tre giorni della Settimana Santa vengono tradizionalmente associati al ricordo del tradimento di Giuda, ma ognuno ha un suo significato e una sua ricorrenza. I riti religiosi dei primi tre giorni della Settimana Santa prevedono, come prima lettura della messa, i primi tre canti del Servo del Signore che si trovano nel libro del profeta Isaia. Il Lunedì Santo è il giorno della Settimana Santa in cui si celebra il giorno dell’amicizia, quando cioè si ricorda la giornata che Gesù trascorse a Betania in compagnia dei suoi tre grandi amici: Marta, Maria e Lazzaro. I riti religio

 

si del Lunedì Santo prevedono letture durante la Messa che ricordano il valore dell’amicizia per i cristiani.

 


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Martedì Santo

Il Martedì Santo è invece il giorno dell'annuncio del tradimento e del rinnegamento di Pietro

 

 

 


 

Mercoledì Santo

Il Mercoledì Santo è il giorno del tradimento, quando la Settimana Santa ricorda il tradimento di Giuda che tradì Gesù con un bacio per 30 denari. Dei primi tre giorni della Settimana Santa, il Mercoledì Santo è anche il giorno della tristezza proprio perché si ricorda il momento che segna l’inizio del periodo più buio. Come per gli altri primi giorni della Settimana Santa, i riti religiosi del Mercoledì Santo prevedono come prima lettura della messa i primi tre canti del Servo del Signore del libro del profeta Isaia.

 

 

 


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Giovedì Santo

Il Giovedì Santo è il giorno dell’Ultima Cena ed è diviso in due momenti, con diversi riti religiosi a scandire la giornata. Nella mattina del Giovedì Santo non viene celebra l’eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un’unica Messa (detta Messa del Crisma) in ogni diocesi, nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo insieme a tutti i suoi preti e diaconi. In quel momento si celebra la consacrazione degli oli santi e i sacerdoti rinnovano l’ordine sacro. La sera del Giovedì Santo è l’inizio del Triduo Pasquale, ossia il ciclo di preghiere e riti religiosi di tre giorni centrali della Pasqua ( il Venerdì santo, il Sabato santo e la Domenica di Risurrezione) e della Settimana Santa, con la celebrazione della passione, morte e resurrezione e tutti i riti religiosi a essi collegati. Il rito religioso più noto del Giovedì Santo è quello della sera quando si celebra la messa in Cena Domini, a ricordo dell’Ultima Cena, dell’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale. I riti religiosi del Giovedì Santo prevedono anche la lavanda dei piedi, come fece Gesù Cristo con gli Apostoli. Al termine della messa, si velano le croci, le campane vengono messe silenti e gli altari vengono spogliati dagli ornamenti, con l’Eucaristia deposta nell’altare della deposizione, unico che viene lasciato adorno per l’adorazione dei fedeli, e dove le specie santificate vengono conservate per il giorno successivo della Settimana Santa.

 


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Venerdì Santo

Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù Cristo. È il giorno più doloroso della Settimana Santa, in quanto ricorda la Passione di Cristo e tutti i riti religiosi del Venerdì Santo sono dedicati a questo. La Chiesa celebra la Passione in tre diversi momenti con altrettanti riti religiosi: si inizia con la liturgia della Parola, con la lettura del quarto canto del servo del Signore di Isaia (52,13-53,12), dell’Inno cristologico della lettera ai Filippesi (2,6-11) e della Passione secondo Giovanni. Si prosegue con l’adorazione della croce, a cui viene così tolto il velo, e si conclude con la santa comunione con i presantificati, cioè con le specie consacrate la sera del Giovedì Santo. Nella sera del Venerdì Santo, il rito religioso cattolico prevede anche la via Crucis, il ricordo cioè del percorso di Cristo verso la crocifissione sul monte Golgota. Durante il Venerdì Santo non si fanno altre consacrazioni e non si celebra altra messa.

 

 


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Sabato Santo

Il Sabato Santo è il giorno del silenzio, unico giorno della Settimana Santa in cui non è prevista alcuna liturgia, non si celebrano messe e l’Eucaristia viene data solo a chi è in punto di morte. I riti religiosi del Sabato Santo iniziano al calare del giorno. La notte del Sabato Santo è il momento in cui la Settimana Santa inizia ad andare verso il suo apice con i riti religiosi della veglia pasquale in cui si celebra la resurrezione di Cristo. La veglia prevede quattro momenti e altrettanti riti religiosi: la liturgia del fuoco, con l’accensione del cero pasquale, portato in processione in chiesa; la liturgia della Parola , con sette letture dell’Antico Testamento che ripercorrono gli eventi principali della storia della salvezza, dalla Creazione del mondo, passando attraverso la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, fino alla promessa della Nuova Alleanza, con la conclusione dell’Epistola che proclama la vita nuova in Cristo risorto, il racconto dell’apparizione degli Angeli alle Pie donne la mattina di Pasqua del Vangelo; la liturgia battesimale, nella quale i fedeli rinnovano le promesse del proprio battesimo, e vengono battezzati, se ce ne sono, i catecumeni che si sono preparati al Sacramento. Con la liturgia Eucaristica si celebra la vittoria di Cristo sulla morte e sempre presente in mezzo ai suoi nel segno del pane e del vino.

 


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Domenica di Pasqua

La Domenica di Pasqua è la celebrazione della resurrezione di Cristo ed è il massimo punto dell’Ottava di Pasqua, dedicata alla festa dei credenti e alla vittoria di Gesù Cristo sulla morte. I riti religiosi della Domenica di Pasqua prevedono le celebrazioni della risurrezione nel corso della messa.

 

 

 


 

Lunedì dell’Angelo

Il Lunedì dell’Angelo, detto anche Lunedì di Pasqua o più comunemente Pasquetta, è il giorno che chiude la Settimana Santa ed è il lunedì successivo alla resurrezione in cui si ricorda l’incontro delle donne con l’Angelo. I riti religiosi del Lunedì Santo prevedono letture nella messa che ricordano l’episodio raccontato nel Vangelo, quando Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè si recarono al sepolcro per ungere con oli il corpo di Gesù Cristo e lo trovarono aperto, mentre un angelo annunciava la resurrezione e le invitava a diffondere la notizia.

 

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Lunedì ....  > 
(Feria – Viola)
Lunedì della Settimana Santa
Is 42,1-7   Sal 26   Gv 12,1-11: Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
Martedì ..... > 
(Feria – Viola)
Martedì della Settimana Santa
Is 49,1-6   Sal 70   Gv 13,21-33.36-38: Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.
Mercoledì ...... > 
(Feria – Viola)
Mercoledì della Settimana Santa
Is 50,4-9   Sal 68   Mt 26,14-25: Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
Giovedì .... > 
( – Bianco)
GIOVEDI SANTO (MESSA DEL CRISMA)
Is 61,1-3.6.8-9   Sal 88   Ap 1,5-8   Lc 4,16-21: Lo Spirito del Signore è sopra di me.
Giovedì ..... > 
( – Bianco)
GIOVEDI SANTO (MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE)
Es 12,1-8.11-14   Sal 115   1Cor 11,23-26   Gv 13,1-15: Li amò sino alla fine.
Venerdì ........ > 
( – Rosso)
VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE)
Is 52,13- 53,12   Sal 30   Eb 4,14-16; 5,7-9   Gv 18,1- 19,42: Passione del Signore.
Sabato ......... > 
( – Bianco)
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA (ANNO B)
Gen 1,1 - 2,2   Sal 103  Gen 22,1-18  Sal 15   Es 14,15- 15,1    Es 15,1-7a.17-18   Is 54,5-14    Sal 29    Is 55,1-11    Is 12,2-6   Bar 3,9-15.32 - 4,4     Sal 18     Ez 36,16-17a.18-28     Sal 41      Rm 6,3-11     Sal 117        Mc 16,1-7: Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto. 
Sabato  ........> 
( – Bianco)
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA (ANNO C)
Es 14,15- 15,1   Es 15,1-7a.17-18   Rm 6,3-11   Lc 24,1-12: Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Domenica ........> 
(SOLENNITA’ – Bianco)
DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)
At 10,34.37-43   Sal 117   Col 3,1-4   Gv 20,1-9: Egli doveva risuscitare dai morti
Domenica  .........> 
(SOLENNITA’ – Bianco)
DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO C)
At 10,34.37-43   Sal 117   Col 3,1-4   Gv 20,1-9: Egli doveva risuscitare dai morti

 

 

 

 

Lunedì della Settimana Santa
Gv 12,1-11: Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

Gli ultimi giorni, le ultime ore. È iniziata la più grande fra le settimane. Ora dopo ora seguiremo i passi del Signore, cercando di scrutare le sue emozioni, in punta di piedi. Si ripete, la grande settimana, ora e per sempre. Anche noi, andando al lavoro, preparandoci ad una lunga giornata da passare in casa, cercheremo di pensare spesso al Signore. Come staremmo se sapessimo di vivere le ultime giornate della nostra vita terrena? Quali emozioni, quali paure, quali delusioni, quali speranze colmerebbero i nostri cuori? Gesù inizia la settimana in casa di amici, un pranzo straordinario che vede Lazzaro fra i commensali. È durante quell’incontro che, secondo Giovanni, avviene l’unzione ad opera di Maria, sorella di Lazzaro. Tutti gli evangelisti raccontano questo episodio, anche se lo situano in momenti diversi. Poco importa: Giovanni lo pone qui per sottolineare il gesto gratuito e semplice della sua discepola. Ha ragione Giuda (ma anche gli altri apostoli pensano la stessa cosa!): il gesto di Maria è uno spreco. Visione utilitaristica e meschina della fede: i poveri li abbiamo con noi, li dobbiamo accogliere nella comunità. Gesù dimostra di gradire quel gesto ingenuo e pieno di speranza. Anche noi, oggi, facciamo qualcosa di bello per Dio!

 

Martedì della Settimana Santa
Gv 13,21-33.36-38: Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Leggiamo in questi ultimi giorni le diverse versioni della cena. Oggi tocca a Giovanni che, come sempre, vola alto. Gesù, nel momento più tragico della sua vita, radicalmente turbato, vuole ancora salvare due suoi discepoli. Deve salvare Giuda dal suo delirio, convinto com’è di forzare la mano per far incontrare Gesù e il sinedrio. E anche se tenta di farlo rinsavire, con la comunione che viene data a Giuda, anche a lui (!) ormai, è abitato dalle tenebre. È perso, certo, ma Gesù non è forse venuto per chi è perduto? Esulta, il Signore: ora è il momento della glorificazione, ora potrà dimostrare inequivocabilmente l’autentico volto di Dio. E deve salvare Pietro dalla sua supponenza, dal suo credersi migliore degli altri. È questo il cuore del vangelo: la volontà invincibile di Gesù di salvare chi gli è affidato. E anche noi. Non esiste tenebra che ci possa definitivamente allontanare da Dio. Non esiste orgoglio che ci impedisca di rinascere. Come arriviamo a questa Pasqua? Il Signore desidera ancora donarsi e ogni eucarestia che celebriamo diventa il luogo in cui ripercorriamo e rendiamo presente la sua intatta volontà di redenzione per ogni uomo.

 

Mercoledì della Settimana Santa
Mt 26,14-25: Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!

Abbiamo ridicolizzato Giuda, facendolo diventare una specie di macchietta. La nostra è un’operazione scorretta e sospetta perché lascia intendere che, in fondo, noi siamo migliori di lui. Ci fa comodo dividere il mondo in buoni e cattivi. Noi, pur non essendo santi, siamo certamente migliori di uno come lui… Il vangelo, invece, è molto attento nel suo giudizio: Giuda è e resta un apostolo e ciò deve farci riflettere. Giuda non accetta la predicazione di Gesù: egli, scoraggiato dalla reazione negativa del sinedrio che non vuole nemmeno incontrare il Nazareno, pensa di forzare la mano. Vuole un messianismo politico, vuole obbligare Gesù a manifestarsi davanti al mondo. Il suo ruolo nella congiura contro Gesù, ci dicono gli storici, è molto ridimensionato: la sua opera consiste nell’indicare il luogo e il momento propizio per arrestare Gesù senza troppo clamore. Ma la scelta di Giuda ferisce il Signore che cerca ancora di recuperarlo, di spingerlo alla conversione. Gesù, alla domanda di Giuda, risponde: tu lo dici. Come a dire: scegli tu, Giuda, se continuare, sei tu che dici di essere un traditore. Io non credo che tu lo sia, non crederci nemmeno tu…

 

GIOVEDI SANTO (MESSA IN CENA DOMINI)
Gv 13,1-15: Li amò sino alla fine.

È finita. Lo sa bene, il Maestro. Ha fatto di tutto per convertire il cuore degli uomini, il cuore del suo popolo. cosa gli resta da fare? È finita. Gesù, come accade anche a noi, sperimenta il limite, misura la fragilità, pesa il rifiuto dell’uomo. Che ce ne facciamo di un Dio che dialoga? Che ci lascia liberi di scegliere? Che ce ne facciamo di un Dio che rifiuta le regole per chiedere di amare, e amare non può restringersi nell’alveo ristretto di un codice? Che ce ne facciamo di un Dio che ci chiama “amici”, costringendoci a schierarci? È finita. Lo sa bene Giuda, l’unico fra i dodici che ha davvero capito cosa stia succedendo, l’unico che cerca un’ultima, disperata soluzione. È finita. Gesù si ritrova, solo, a decidere sul da farsi. Andarsene? Mollare tutto? Arrendersi all’evidenza? No. In quella cena che diventa pasquale Gesù va oltre, si dona, si consegna alla nostra assordante indifferenza. Quella cena che rifacciamo, in obbedienza. Quella cena che è la prima, quella da cui tutto nasce. Quella cena che oggi rifaremo, con fede, silenzio, adoranti. Siamo qui a misurare l’amore di Dio e ne siamo travolti. Ecco, Dio si dona in un pezzo di pane.

 

VENERDI SANTO (PASSIONE DEL SIGNORE) 
Gv 18,1- 19,42: Passione del Signore.

Ecco la grande notte che vede Gesù in preghiera andare incontro al suo destino. Tutto è pronto, ora, e il Signore sa che solo così potrà dimostrare che le parole che ha detto non sono solo i discorsi di un esaltato, ma la definitiva manifestazione del volto di Dio. Altro è parlare, altro pendere da una croce. Eppure quella notte è la madre di tutte le lotte, di tutte le tentazioni. Perché mai Gesù dovrebbe andare a farsi uccidere? Per gli apostoli che non hanno capito la gravità della situazione? Per la folla di Gerusalemme che sembra già averlo dimenticato? Per i capi religiosi del popolo e i farisei che lo vivono con esplicita insofferenza? Per quale misteriosa ragione il suo sacrificio dovrebbe cambiare qualcosa? La grande tentazione di Gesù. L’ultima tentazione di Cristo, è la consapevolezza che la croce può essere un sacrifico inutile, eccessivo… Tutti siamo disposti a sacrificarci per qualcuno, a patto che il nostro sacrificio serva! Gesù accoglie il rischio di essere il per sempre dimenticato. Si dona, si offre, si consegna. La Chiesa, oggi, smette le solenni vesti liturgiche e si fa silenziosa e penitente, partecipando allo spettacolo di un Dio che muore per amore.

 

 

 

 

 

 

IL GIORNO DI PASQUA

Si suggerisce di sostituire l’atto penitenziale con la memoria battesimale e l’aspersione con l’acqua benedetta nella Veglia.

Il canto della sequenza è obbligatorio il giorno di Pasqua, facoltativo dell’ottava. L’assemblea rimane seduta. L’uso di alzarsi è retaggio del passato, quando la sequenza, che nasce come tropo dell’Alleluia, seguiva l’acclamazione. Ora che la precede, non ha senso alzarsi.

«Si raccomanda molto che soprattutto nell'ottava di Pasqua la santa Comunione sia portata agli infermi» (PS 104).

Ove possibile, è opportuno concludere la giornata di Pasqua con la celebrazione in canto dei vespri. A imitazione dell’antico uso lateranense, i vespri possono prevedere anche la processione al fonte dei neofiti.

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