Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

 

 

 

23 Aprile 2023: 99^ Giornata

 

 

L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

Tutto ciò che siamo è nei nostri valori. Noi crediamo nella persona. Perché educhiamo donne e uomini, prima che professionisti, affinché chiunque possa esprimere tutto il suo potenziale. Nella libertà di pensiero. Perché il bagaglio umano e professionale che consegniamo ai nostri studenti sia sempre un alleato per loro e per il loro domani.

Nella società. Perché tutto ciò che diamo a ogni studente diventi una risorsa per la società, che vogliamo permeata di professionalità, ma soprattutto di umanità e fiducia.




LA GIORNATA PER L’UNIVERSITÀ CATTOLICA 

Dedichiamo la Giornata alle nuove frontiere della conoscenza. Sono molti gli straordinari esempi nei campi delle neuroscienze, dell’astrofisica, della genetica, della medicina. L’umanità sta conquistando nuovi saperi, spingendo la frontiera sempre più in là. Al contrario di quel che accade nella società e nelle relazioni internazionali dove le frontiere si bloccano, si irrigidiscono. Spetta all’Università Cattolica interpretare al meglio questo compito nel contesto odierno, fornendo un contributo originale. Spronando i giovani a “una sana inquietudine”, a “vagliare ogni cosa e tenere ciò che è buono” (San Paolo), a seguire senza titubanze o paure la chiamata della ricerca di senso. Perciò, convogliare sulla GU 2023 le traiettorie di nuovi saperi valorizza l’identità della Cattolica come crogiolo di conoscenze e di ricerca.



Messaggio per la 99ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

 

ubblichiamo il Messaggio della Presidenza della CEI per la 99ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 23 aprile 2023 sul tema: “Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo”.

 

Per natura e missione, fin dalla loro nascita, le Università sono il luogo privilegiato dove si coltiva la conoscenza. I Centri accademici hanno un triplice compito rispetto alla conoscenza: devono contribuire al suo sviluppo, attraverso la ricerca e il progresso scientifico nei diversi ambiti del sapere; hanno la responsabilità di trasmetterla e consegnarla alle nuove generazioni con una didattica aggiornata ed efficace; sono chiamati a condividerla con le diverse realtà impegnate a promuovere lo sviluppo umano per contribuire alla soluzione dei non pochi problemi che l’umanità sta affrontando. Da sempre, il desiderio di conoscere accompagna e caratterizza il cammino dell’essere umano. Come insegna Cicerone: «Tanto è innato in noi l’amore della conoscenza e della scienza, che nessuno potrebbe nutrire dubbi sul fatto che la natura umana è, senza alcun interesse, conquistata a tali cose» (De finibus, V 48).
Se questo è un dato che qualifica l’essere umano in ogni tempo e in ogni luogo, oggi assume caratteristiche peculiari dovute al rapido sviluppo della ricerca scientifica in molti campi, basta pensare all’ambito delle neuroscienze e della genomica. Non meno vorticose sono le innovazioni tecnologiche nel campo dello sviluppo e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Innovazioni che vanno dalla riproduzione della realtà nel Metaverso all’elaborazione del pensiero con applicazioni sempre più sofisticate che si avvicinano al modo di ragionare umano. Siamo entrati nell’era degli algoritmi, frutto dell’ingegno umano ma oggi divenuti così potenti e autonomi, anche attraverso sistemi di autoistruzione, da imitare e sostituire la mente umana in molte funzioni.
Non possiamo non vedere le enormi potenzialità di questo sviluppo ma non meno evidenti sono i rischi per il futuro dell’umanità. Come ha affermato più volte Papa Francesco: «Nel momento presente sembra necessaria una riflessione aggiornata sui diritti e i doveri in questo ambito. Infatti, la profondità e l’accelerazione delle trasformazioni dell’era digitale sollevano inattese problematiche, che impongono nuove condizioni all’ethos individuale e collettivo» (Discorso alla Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, 28 febbraio 2020). La conoscenza oggi deve misurarsi con un orizzonte sempre più complesso dove un sapere così ampio e innovativo necessita di una rinnovata visione dell’umano e di criteri etici altrettanto rigorosi e appropriati, soprattutto perché sono in gioco la natura e il futuro dello stesso essere umano.
Gli scenari che si vanno delineando sono molteplici e non privi di rischi. Da una parte vediamo l’emergere del trans-umanesimo come crescente interazione dell’umano con le innovazioni tecnico-scientifiche da cui possono derivare modificazioni significative che ne possono pregiudicare l’identità. Si tratta di quei campi che nel mondo anglosassone si riassumono nell’acronimo GRIN (Genetics, Robotics, Information technology, Nanotechnology). Dall’altra, assistiamo al profilarsi del post-umanesimo quale processo che mira esplicitamente, almeno nelle sue forme più radicali, ad andare oltre l’attuale condizione umana prefigurando l’affermarsi di altre forme di vita che possono andare dall’ibridazione uomo-macchina all’utilizzo spinto delle biotecnologie per modificare la struttura biologica dell’umano.
Non si tratta di fermare la ricerca e lo sviluppo, tutt’altro! Occorre però essere consapevoli che è necessario custodire l’umano, salvaguardare ciò che contraddistingue e caratterizza ogni persona e gli conferisce una peculiare dignità. Se questo è compito di tutti gli Atenei come luoghi dove si coltiva e si sviluppa la conoscenza a servizio del bene comune, lo diventa in modo particolare per un Ateneo che nasce e riceve linfa vitale dal riferimento al disegno di Dio e all’insegnamento della Chiesa. Per questo l’umanesimo, attingendo alla grande tradizione medioevale e rinascimentale, arricchito dalla visione dell’antropologia cristiana, rappresenta ancora oggi un terreno decisivo per riconoscere e promuovere la piena verità sull’uomo e il suo destino, per affrontare le grandi sfide del tempo presente attraverso processi di autentica solidarietà e fratellanza, per rendere protagoniste le nuove generazioni di quei cambiamenti di cui l’umanità ha urgente bisogno. Solo una visione che parta dalla centralità dell’uomo e dalle sue istanze trascendenti potrà consentire alle donne e agli uomini del nostro tempo di affrontare questioni impellenti che richiedono di promuovere e coltivare la sostenibilità contro la devastazione ambientale, la giustizia e la pace per superare i conflitti, l’accoglienza e l’integrazione per contrastare la cultura dello scarto.
La Scrittura ci ricorda che principio di ogni conoscenza e della vera scienza è il “timore di Dio”, ossia la consapevolezza che siamo suoi collaboratori nello sviluppare l’opera della creazione e rendere visibile la salvezza donata dal Signore Gesù Cristo. Nel libro dei Proverbi leggiamo che questo sguardo è necessario «per acquistare una saggia educazione, equità, giustizia e rettitudine, per rendere accorti gli inesperti e dare ai giovani conoscenza e riflessione» (Pr 1,3-4).
Aiutare i giovani a sviluppare ai più alti livelli la capacità di conoscenza e riflessione è da sempre il compito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Oggi un tale compito si riveste di sfide inedite e quanto mai impegnative, come evidenzia il tema scelto per la 99ª Giornata – “Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo” – che sarà celebrata in tutte le comunità ecclesiali il prossimo 23 aprile.
L’Ateneo dei cattolici italiani, in continuità con la visione illuminata di P. Agostino Gemelli e con l’opera coraggiosa dei fondatori che non hanno avuto paura di confrontarsi con le sfide del loro tempo, è chiamato a proseguire la sua meritoria attività a servizio di una conoscenza pienamente umana e di una qualificata formazione delle nuove generazioni, nella consapevolezza che l’ispirazione cristiana non è certamente un limite ma piuttosto una grande risorsa. Nello spirito del Cammino sinodale, le Chiese che sono in Italia esprimono sincera gratitudine e riconoscenza all’Università Cattolica per la grande opera educativa e culturale, mentre assicurano il sostegno per gli studenti più bisognosi e una particolare vicinanza nella preghiera.

 

Roma, 22 febbraio 2023
Cattedra di San Pietro Apostolo

 

La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana

 
01 Marzo 2023



 


anno 2022

1 Maggio 2022 : 98^ giornata

 

 

Cei, nel segno della Barelli la Giornata per l’Università del Sacro Cuore

È illuminato dalla figura della cofondatrice dell’Ateneo il messaggio dei vescovi italiani per la 98.ma Giornata, che cade il prossimo primo maggio 2022. Nella storia di Armida Barelli c’è l’invito a promuovere un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale
 

Vatican News

“Con cuore di donna al servizio della cultura e della società” è il tema scelto dalla Conferenza episcopale italiana per la 98.ma Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il primo maggio 2022. I vescovi, in un messaggio, mettono in relazione l’importante ricorrenza alla beatificazione di Armida Barelli, in programma a Milano il 30 aprile 2022. Cofondatrice dell’Ateneo, la Barelli fu anche colei che diede il via alla Gioventù femminile di Azione Cattolica e alle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.

Con cuore di donna

Padre Gemelli diceva di lei che era “inconfondibile” per freschezza di spirito, intuizione e capacità organizzativa. Pronta a gettare il suo cuore oltre l’ostacolo. “Con cuore di donna, cioè intuitivo, materno e generativo, Armida – si legge nel messaggio Cei - ha vissuto con grande coraggio, uscendo dagli schemi sociali dell’epoca e mettendo a frutto il genio femminile”. Donna in grado di unire le donne di ogni rango sociale, “promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale”, in un momento storico di ritorno alla democrazia spronava a “capire quali sono i principi sociali della Chiesa per esercitare il nostro dovere di cittadine” perché “siamo una forza, in Italia, noi donne”. Nella sua vita la Barelli si distinse per “la formazione spirituale, l’impegno ecclesiale, la promozione culturale e l’azione sociale di tutti coloro che ha incontrato nelle diverse realtà, con una particolare attenzione alla figura femminile”.

Coniugare fede e ragione

Motore dell’università, convinse “Pio XI, grande sostenitore dell’Ateneo come tutti i suoi successori, ad istituire ufficialmente l’annuale Giornata Universitaria in tutte le parrocchie d’Italia”. Ad Armida Barelli, sottolineano i vescovi, si deve l’intestazione al “Sacro Cuore” il nascente Ateneo dei cattolici italiani. “Questa dedicazione, apparentemente stravagante e inappropriata, in realtà chiarisce il rapporto tra devozione e riflessione, ordine degli affetti e ordine del logos, ultimamente tra fede e ragione”. Una vocazione ad essere “un’istituzione educativa e culturale che, cogliendo fino in fondo la singolarità del cristianesimo, ambisce a coniugare le qualità migliori del logos nella ricerca della verità con le forze più vitali delle affezioni rivolte al bello e al buono della vita”. “In questa prospettiva, di fronte alla minaccia oggi più che mai presente di una irriducibile scissione fra fede e ragione, alla comunità universitaria è richiesta una capacità di pensiero abitata da gratitudine e passione, in grado di generare una cultura davvero all’altezza di una ragione degna dell’uomo”. Infine il richiamo al Videomessaggio del Papa in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo (19 dicembre 2021) nel Centenario della fondazione, con la sottolineatura di tre parole chiave da coltivare: “fuoco, speranza e servizio” sull’esempio della Barelli, “esempio nel coniugare visioni coraggiose, slancio educativo e impegno culturale, in un appassionato servizio alla Chiesa e alla società”.

 

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