Ordine Sacro
Il sacerdote riceve il ministero conferito dal sacramento dell’ordine, la cui funzione è di servire a nome e in persona di Cristo Capo in mezzo alla comunità. Esso si innesta sul sacerdozio comune dei fedeli ricevuto nel Battesimo.
A differenza di questo, l’ordine conferisce un potere sacro per il servizio dei fedeli attraverso insegnamento, culto divino e governo pastorale.
Il sacramento è conferito mediante l’imposizione delle mani preceduta da una preghiera consacratoria solenne che chiede a Dio per l’ordinando le grazie dello Spirito Santo per l’esercizio del ministero.
L'Ordine Sacro è il Sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi.
Si chiama Sacramento dell'Ordine perchè indica un corpo ecclesiale, di cui si entra a far parte mediante una speciale consacrazione (Ordinazione), che, per un particolare dono dello Spirito Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l'autorità di Cristo a servizio del Popolo di Dio.
Nell'Antica Alleanza sono prefigurazioni di tale Sacramento il servizio dei Leviti, come pure il sacerdozio di Aronne e l'istituzione dei settanta "Anziani" (Nm 11,25). Tali prefigurazioni trovano il loro compimento in Cristo Gesù, il quale, col sacrificio della sua Croce, è "l'unico mediatore tra Dio e gli uomini" (1 Tm 2,5), il «sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedech» (Eb 5, l0).
L'unico sacerdozio di Cristo è reso presente dal sacerdozio ministeriale. "Solo Cristo è il vero sacerdote gli altri sono i suoi ministri" (san Tommaso d'Aquino).
Il Sacramento dell'Ordine si compone di tre gradi, che sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: l'episcopato, il presbiterato e il diaconato.
L'Ordinazione episcopale conferisce la pienezza del Sacramento dell'Ordine, fa del Vescovo il legittimo successore degli Apostoli, lo inserisce nel Collegio episcopale, condividendo con il Papa e gli altri Vescovi la sollecitudine per tutte le Chiese, e gli consegna gli uffici di insegnare, santificare e governare.
Il Vescovo, a cui viene affidata una Chiesa particolare, è il principio visibile e il fondamento dell'unità di tale Chiesa, verso la quale adempie, quale vicario di Cristo, l'ufficio pastorale, coadiuvato dai propri presbiteri e diaconi.
L'unzione dello Spirito segna il presbitero con un carattere spirituale indelebile, lo configura a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel Nome di Cristo Capo. Essendo cooperatore dell'Ordine episcopale, egli è consacrato per predicare il Vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto l'Eucaristia da cui trae forza il suo ministero, e per essere il Pastore dei fedeli.
Il Presbitero pur essendo ordinato per una missione universale, egli la esercita in una Chiesa particolare, in fraternità sacramentale con gli altri presbiteri che formano il «presbiterio» e che, in comunione con il Vescovo e in dipendenza da lui, portano la responsabilità della Chiesa particolare.
Il diacono, configurato a Cristo servo di tutti, viene ordinato per il servizio della Chiesa, che egli compie sotto l'autorità del proprio Vescovo, a riguardo del ministero della Parola, del culto divino, della guida pastorale e della carità.
Per ciascuno dei tre gradi, il Sacramento dell'Ordine è conferito mediante l'imposizione delle mani sul capo dell'ordinando da parte del Vescovo, che pronunzia la solenne preghiera consacratoria. Con essa il Vescovo invoca da Dio per l'ordinando la speciale effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni, in vista del ministero. Spetta ai Vescovi validamente ordinati, in quanto successori degli Apostoli, conferire i tre gradi del Sacramento dell'Ordine.
Può riceverlo validamente soltanto il battezzato di sesso maschile: la Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Nessuno può esigere di ricevere il Sacramento dell'Ordine, ma deve essere considerato adatto al ministero dall'autorità della Chiesa Per l'episcopato è sempre richiesto il celibato.
Per il presbiterato, nella Chiesa latina sono ordinariamente scelti uomini credenti che vivono da celibi e che intendono conservare il celibato "per il regno dei cieli" (Mt 19,12); nelle Chiese Orientali non è consentito sposarsi dopo aver ricevuto l'ordinazione.
Al diaconato permanente possono accedere anche uomini già sposati.
Questo Sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura l'ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, secondo i rispettivi gradi del Sacramento.
L'ordinazione conferisce un carattere spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo limitato.
I sacerdoti ordinati, nell'esercizio del ministero sacro, parlano e agiscono non per autorità propria e neppure per mandato o per delega della comunità, ma in Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa. Pertanto il sacerdozio ministeriale si differenzia essenzialmente, e non solo per grado, dal sacerdozio comune dei fedeli, a servizio del quale Cristo l'ha istituito.
L'ORDINE SACRO
Fondamento: Il ministero apostolico dei pastori viene esercitato nei tre diversi gradi dei vescovi, dei presbiteri, dei diaconi. L’inserimento in questa gerarchia avviene non con una semplice investitura giuridica, ma con il sacramento dell’Ordine. 1
In virtù del sacramento dell’Ordine i sacerdoti partecipano alla dimensione universale della missione affidata da Cristo agli apostoli. Il dono spirituale che hanno ricevuto nell’ordinazione non li prepara ad una missione limitata e ristretta, bensì ad una vastissima e universale missione di salvezza, “Fino agli estremi confini della terra” (At 1,8), “Pronti nel loro animo a predicare dovunque il vangelo”. 2
Per questo dono, Cristo è presente nei suoi inviati e continua a incontrare gli uomini, a istruirli, santificarli e guidarli: «Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20), dice il Signore. La missione dei discepoli prolunga quella che Cristo ha ricevuto dal Padre3 e comporta anch’essa la presenza di colui che invia in chi è inviato4, non una semplice delega di autorità. Non un intermediario per sostituire un assente, ma un segno visibile del Signore presente, per facilitare l’incontro diretto con lui.
Il Ministro: Il ministro dell’Ordine è il Vescovo. Per la consacrazione di un vescovo è richiesta la presenza di almeno tre vescovi, per sottolineare la comunione con il collegio episcopale.
Il segno: Il Vescovo impone le mani sopra gli ordinandi e invoca lo Spirito Santo attraverso la preghiera consacratoria. Ai diaconi è consegnato il vangelo. Ai sacerdoti il vescovo unge le mani con il crisma. e consegna loro il calice e la patena per la celebrazione del sacrificio eucaristico. L’ordinazione del vescovo ha la stessa struttura di quella del presbitero, ma durante al presentazione del candidato viene letta la nomina papale. Il vescovo è infatti la guida della Chiesa locale, ma è anche legato alla Chiesa universale. L’imposizione delle mani viene fatta, in questo caso, esclusivamente dai vescovi presenti: ciò risulta chiaro l’ingresso del nuovo vescovo nel collegio episcopale. Durante la preghiera di consacrazione, è posto sul capo del nuovo vescovo il vangelo, alla cui parola egli si deve attenere trasmettendo la dottrina degli apostoli. Anche il rito dell’unzione è diverso: viene unto il capo, esprimendo con questo gesto che il capo della Chiesa non è il vescovo ma Cristo stesso: il vescovo può guidarla solo in forza dello Spirito Santo. Gli viene poi imposto sul capo il vangelo. Infatti anche il compito profetico fa’ parte del ministero episcopale: egli deve interpretare la Scrittura in modo tale che essa sia in grado di parlare al nostro tempo e che diventi, non solo per il singolo ma per tutta la comunità, fonte di ispirazione e di guida. Infine gli vengono consegnati l’anello, la mitria e il pastorale.
La Parola: Il ministro recita sugli ordinandi la preghiera consacratoria. “…Dona, Padre onnipotente, a questo tuo figlio la dignità del presbiterato. Rinnova in lui l’effusione del tuo Spirito di santità”..
Effetto : L’Ordine, in virtù di una grazia speciale, configura a Cristo e abilita ad agire in suo nome. I ministri ordinati sono posti a servire il popolo di Dio.
Questo servizio si manifesta attraverso l’insegnamento del Vangelo; il culto divino, cioè la celebrazione dell’eucaristia e degli altri sacramento e il governo pastorale.
Il celibato è segno della totale consacrazione a Dio con un amore disinteressato e universale.
Il sacramento dell’Ordine ha tre gradi: l’Episcopato (vescovo), il Presbiterato (sacerdote) e il Diaconato.
L’ordinazione imprime un carattere sacramentale indelebile.
1- CV II Lumen Gentium n° 28
2- CCC n° 1565
3- Cf. Mc 28, 19-20
4- Cf Lc 10,16
faq
L’Ordine
Tra i sette grandi doni santi che per mezzo della Chiesa Dio offre ai fedeli, ci sono due posti al servizio della comunione e della missione: il sacramento dell’Ordine e il sacramento del Matrimonio.
Questi due sacramenti conferiscono una grazia speciale per una missione particolare nella Chiesa a servizio dell’edificazione del popolo di Dio. Essi contribuiscono in particolare alla comunione ecclesiale e alla salvezza degli altri.
Che cos’è il sacramento dell’Ordine?
È il Sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi.
Perché si chiama Sacramento dell’Ordine?
Ordine indica un corpo ecclesiale, di cui si entra a far parte mediante una speciale consacrazione (Ordinazione), che, per un particolare dono dello Spirito Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l’autorità di Cristo a servizio del Popolo di Dio.
Come si colloca il Sacramento dell’Ordine nel disegno divino della salvezza?
Nell’Antica Alleanza sono prefigurazioni di tale Sacramento il servizio dei Leviti, come pure il sacerdozio di Aronne e l’istituzione dei settanta «Anziani» (Nm 11,25). Tali prefigurazioni trovano il loro compimento in Cristo Gesù, il quale, col sacrificio della sua Croce, è l’«unico […] mediatore tra Dio e gli uomini» (1 Tm 2,5), il «sommo Sacerdote alla maniera di Melchisedech» (Eb 5, l0). L’unico sacerdozio di Cristo è reso presente dal sacerdozio ministeriale.
Di quanti gradi si compone il sacramento dell’Ordine?
Esso si compone di tre gradi, che sono insostituibili per la struttura organica della Chiesa: l’episcopato, il presbiterato e il diaconato.
il diaconato che può essere temporaneo cioè il primo passo per diventare sacerdote oppure permanente. I diaconi sono ministri ordinati per gli incarichi di servizio della Chiesa, sono i “servi”. Assistono il vescovo e i presbiteri nelle celebrazioni dei divini misteri, possono distribuire l’Eucarestia, benedire i matrimoni, proclamare il Vangelo, predicare e presiedere i funerali. Non possono però consacrare il pane e il vino, confessare e dare l’Estrema Unzione. Per quanto riguarda il diaconato permanente essi possono avere famiglia e figli.
il presbiterato o sacerdozio riservato a quelle persone che per vocazione desiderano dare totalmente la propria vita a Gesù Cristo. Essi esercitano il loro servizio attraverso il ministero della Parola di Dio, il culto divino e il governo pastorale, compiti che devono assolvere sotto l’autorità pastorale del vescovo.
l’episcopato riservato a quei sacerdoti ritenuti all’altezza di assumere responsabilità come vescovi o cardinali. Essi sono inseriti nel Collegio Episcopale, sono i capi visibili della Chiesa particolare e hanno parte alla responsabilità apostolica sotto l’autorità del Papa, successore di S. Pietro.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione episcopale?
L’Ordinazione episcopale conferisce la pienezza del sacramento dell’Ordine, fa del Vescovo il legittimo successore degli Apostoli, lo inserisce nel Collegio episcopale, condividendo con il Papa e gli altri Vescovi la sollecitudine per tutte le Chiese, e gli consegna gli uffici di insegnare, santificare e governare.
Qual è l’ufficio del Vescovo nella Chiesa particolare a lui affidata?
Il Vescovo, a cui viene affidata una Chiesa particolare, è il principio visibile e il fondamento dell’unità di tale Chiesa, verso la quale adempie, quale vicario di Cristo, l’ufficio pastorale, coadiuvato dai propri presbiteri e diaconi.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione presbiterale?
L’unzione dello Spirito segna il presbitero con un carattere spirituale indelebile, lo configura a Cristo sacerdote e lo rende capace di agire nel Nome di Cristo Capo. Essendo cooperatore dell’Ordine episcopale, egli è consacrato per predicare il Vangelo, per celebrare il culto divino, soprattutto l’Eucaristia da cui trae forza il suo ministero, e per essere il Pastore dei fedeli.
Come il presbitero esercita il proprio ministero?
Pur essendo ordinato per una missione universale, egli la esercita in una Chiesa particolare, in fraternità sacramentale con gli altri presbiteri che formano il «presbiterio» e che, in comunione con il Vescovo e in dipendenza da lui, portano la responsabilità della Chiesa particolare.
Qual è l’effetto dell’Ordinazione diaconale?
Il diacono, configurato a Cristo servo di tutti, viene ordinato per il servizio della Chiesa, che egli compie sotto l’autorità del proprio Vescovo, a riguardo del ministero della Parola, del culto divino, della guida pastorale e della carità.
Come si celebra il sacramento dell’Ordine?
Per ciascuno dei tre gradi, il sacramento dell’Ordine è conferito mediante l’imposizione delle mani sul capo dell’ordinando da parte del Vescovo, che pronunzia la solenne preghiera consacratoria. Con essa il Vescovo invoca da Dio per l’ordinando la speciale effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni, in vista del ministero.
Chi può conferire questo sacramento?
Spetta ai Vescovi validamente ordinati, in quanto successori degli Apostoli, conferire i tre gradi del sacramento dell’Ordine.
Chi può ricevere questo sacramento?
Può riceverlo validamente soltanto il battezzato di sesso maschile: la Chiesa si riconosce vincolata da questa scelta fatta dal Signore stesso. Nessuno può esigere di ricevere il sacramento dell’Ordine, ma deve essere considerato adatto al ministero dall’autorità della Chiesa
È richiesto il celibato a chi riceve il Sacramento dell’Ordine?
Per l’episcopato è sempre richiesto il celibato. Per il presbiterato, nella Chiesa latina sono ordinariamente scelti uomini credenti che vivono da celibi e che intendono conservare il celibato «per il regno dei cieli» (Mt 19,12); nelle Chiese Orientali non è consentito sposarsi dopo aver ricevuto l’ordinazione. Al diaconato permanente possono accedere anche uomini già sposati.
Quali sono gli effetti del sacramento dell’Ordine?
Questo sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura l’ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, secondo i rispettivi gradi del sacramento. L’ordinazione conferisce un carattere spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo limitato.
Con quale autorità viene esercitato il sacerdozio ministeriale?
I sacerdoti ordinati, nell’esercizio del ministero sacro, parlano e agiscono non per autorità propria e neppure per mandato oper delega della comunità, ma in Persona di Cristo Capo e a nome della Chiesa. Pertanto il sacerdozio ministeriale si differenzia essenzialmente, e non solo per grado, dal sacerdozio comune dei fedeli, a servizio del quale Cristo l’ha istituito.
(Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 322-336)
Rito:
L'ordinazione si celebra durante la Santa Messa solenne e generalmente questa cerimonia avviene nella chiesa cattedrale. La Santa Messa comincia con la processione secondo la forma consueta, e fino al Vangelo è senza nessuna "modifica".
Dopo la proclamazione del Vangelo inizia la liturgia dell'ordinazione:
1. Presentazione ed elezione
2. Omelia del vescovo - spiega il ministero del presbiterato
3. Interrogazioni e promessa di rispetto e di obbedienza al vescovo
4. Litanie dei santi
5. Imposizione delle mani e preghiera di ordinazione - il momento più importante ed essenziale del sacramento:
Dona, Padre onnipotente,
a questi tuoi figli la dignità del presbiterato. Rinnova in loro l'effusione del tuo Spirito di santità; adempiano fedelmente, o Signore, il ministero del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il loro esempio guidino tutti a un'integra condotta di vita. |
6. Riti esplicativi:
a/ vestizione degli abiti sacerdotali
b/ unzione crismale
c/ consegna del pane e del vino
d/ abbraccio di pace
7. Liturgia eucaristica che insieme col vescovo celebrano per la prima volta i preti appena consacrati.
Simboli:
1. Mettere le mani nelle mani del vescovo:
Il gesto del mettere le mani congiunte nelle mani del vescovo associato con la promessa dell'obbedienza è molto espressivo ma anche molto chiaro. Il candidato al presbiterato in tutto il lavoro pastorale e nella vita è disposto ad essere sottomesso al vescovo che lo ordina ed ai suoi successori.
2. Prostrazione:
Tra i gesti di umiltà che incontriamo nella Chiesa Cattolica c'è anche la prostrazione. Prostrarsi a terra è il segno più espressivo di riverenza, umiltà o penitenza. Questo gesto era più spesso praticato nell'antichità. Oggi lo incontriamo solo nelle culture dell'Oriente e nella liturgia - dove è stato molto ridotto. Nella liturgia si prescrive questo gesto in alcuni momenti:
a/ il Venerdì Santo, il sacerdote presidente "può" iniziare la liturgia con la prostrazione
b/ nelle Ordinazioni, durante le litanie dei Santi gli ordinati sono obbligati a compiere questo gesto Nel sacramento dell'Ordine questo gesto significa la totale disponibilità del candidato a Dio e alla Chiesa. É anche una preparazione per ricevere la grazia dello Spirito Santo.
3. Imposizione delle mani:
Dell'imposizione delle mani in generale già abbiamo parlato, quando abbiamo trattato gli altri sacramenti. Adesso vorrei solo ricordare, che "L'imposizione delle mani è un rito antichissimo di benedizione e consacrazione in cui si esprime la presa di possesso, da parte di Dio, di una persona o cosa, che rimane ripiena dello Spirito Santo" (Aldazàbal J., Simboli e gesti Significato antropologico, biblico e liturgico, 104).
Forse l'Ordine è il sacramento in cui l'imposizione delle mani ha maggiore importanza. Questo gesto richiama le azioni sia dell'Antico Testamento che del Nuovo Testamento. Significa la trasmissione del dono dello Spirito Santo per una determinata missione:
"Giosué, figlio di Nun, era pieno di spirito di saggezza, perché Mosé aveva imposto le mani su di lui;" (Dt 34,9)
"Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse" (Lc 24,50)
"Li (i primi sette diaconi) presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani" (At 6,6)
«Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.» (At 13,2-3)
"Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri." (1Tm 4,14) 4.
4. Vestizione:
Dopo la preghiera di ordinazione, l'ordinato riveste la stola al modo sacerdotale e la casula. Questi segni non solo distinguono gli ordinati dal resto del popolo di Dio ma devono ricordare a tutti - e prima di tutto agli stessi ministri - che essi nel momento della preghiera e della predicazione non agiscono come persone private, bensì come ministri di Cristo e della Chiesa.
Sarebbe molto interessante lo studio sulla storia, significato e pedagogia delle vesti dei ministri della Chiesa, perché anche quelli sono i segni che "parlano" ma noi spesso non li capiamo.
5. Unzione:
Sulle unzioni già abbiamo parlato in occasione del Battesimo, della Cresima e del Sacramento dei Malati.
Anche nelle Ordinazioni (sia sacerdotali che episcopali) vi è un'unzione molto significativa. Si ungono con il crisma, al sacerdote le mani, al vescovo il capo.
"Per il presbitero l'unzione vuole essere un dono perché le sue mani siano simbolo di salvezza, di guarigione, di forza e di soavità insieme; mani consacrate che prolunghino visibilmente quelle di Cristo Gesù: «Il Signore Gesù Cristo, che il Padre ha consacrato in Spirito Santo e potenza, sia sempre con te per la santificazione del suo popolo e per l'offerta del sacrificio eucaristico»" , come spiega chiaramente la formula del rituale N. 153.
Conclusione:
Alla fine della nostra catechesi - riflessione, vorrei richiamare due frasi di san Paolo nelle quali esorta tutti noi a ricordare i nostri pastori e pregare per loro:
"Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare, il mistero di Cristo" (Col 4,2-3a).
"Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi" (2Ts 3,1).