IL SANTO ROSARIO - Rosarium
Siamo assidui nella recita del Rosario sia nella comunità ecclesiastica sia nell'intimità delle nostre famiglie!
San Giovanni Paolo II
COME SI RECITA IL SANTO ROSARIO
Lo strumento necessario è la corona del Rosario o la decina.
La parola Rosario significa "Corona di Rose". La Madonna ha rivelato che ogni volta che si dice un'Ave Maria è come se si donasse a Lei una bella rosa e che con ogni Rosario completo Le si dona una corona di rose. Il Santo Rosario è considerato una preghiera completa, perché riporta in sintesi tutta la storia della nostra salvezza. Con il Rosario infatti meditiamo i "misteri" della gioia, della luce, del dolore e della gloria di Gesù e Maria. È una preghiera semplice, umile così come Maria. In tutte le apparizioni la Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Santo Rosario come arma potente contro il Male, per avere la vera pace.
Il Rosario si compone di: 5 Misteri Gioiosi, 5 Misteri della Luce, 5 Misteri Dolorosi, 5 Misteri Gloriosi
Misteri della Gioia - Misteri Gaudiosi: (Lunedì e Sabato) 1. L'annunciazione della nascita di Gesù a Maria SS. 2. Maria SS. visita S.Elisabetta 3. Gesù Cristo nasce povero a Betlemme 4. Gesù viene presentato al tempio 5. Gesù viene ritrovato al tempio |
RosariumMystéria gaudiosa (in feria secunda et sabbato) Annuntiátio. Visitátio. Natívitas. Præsentátio Invéntio in Tempio |
Mistero recitato
Misteri della Luce - Misteri Luminosi: (Giovedì) 1. Il Battesimo di Gesù al Giordano 2. La Rivelazione di Gesù alle nozze di Cana 3. L'Annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione 4. La Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo 5. L'istituzione dell'Eucaristia, espressione Sacramentale del tempo Pasquale. |
Mystéria luminósa (in feria quinta) Baptísma apud Iordánem. Autorevelátio apud Cananénsematrimónium. Regni Dei proclamátioconiúcta cum invitaméntoad conversiónem. Transfigurátio. Eucharístiæ Institútio. |
Mistero recitato
Misteri del Dolore - Misteri Dolorosi: (Martedì e venerdì) 1. Gesù agonizza nel giardino degli ulivi 2. Gesù viene flagellato alla colonna 3. Gesù viene incoronato di spine 4. Gesù viene caricato della croce 5. Gesù muore in croce |
Mystéria dolorósa (in feria tertia et feria sexta) Agonía in Hortu. Flagellátio. Coronátio Spinis. Baiulátio Crucis. Crucifíxio et Mors. |
Mistero recitato
Misteri della Gloria - Misteri Gloriosi: (Mercoledì e Domenica) 1. Gesù risorge 2. Gesù sale al cielo 3. Lo Spirito Santo discende su Maria e i primi cristiani 4. Maria SS. è assunta in cielo 5. Maria SS. è incoronata Regina dell'universo |
Mystéria gloriósa (in feria quarta et Dorninica) Resurréctio. Ascénsio. Descénsus Spíritus Sancti. Assúmptio. Coronátio in Cælo. |
Mistero recitato
Come si recita il S. Rosario (vedi immagine a lato):
Si faccia il segno della croce e si dica:
O Dio vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo; come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della Tua Misericordia.
1. Si recita il Credo
2. Si recita il Padre Nostro
3. Si recitano tre Ave Maria per la fede, la speranza, la carità
4. Si recita il Gloria al Padre
5. Si enuncia il primo Mistero e di seguito un Padre Nostro
6. Si recitano 10 Ave Maria
7. Si recita il Gloria al Padre al termine delle 10 Ave Maria e si enuncia il secondo Mistero, dopo l'enunciazione il Padre Nostro e così via...
Facoltativo dopo il Gloria recitare delle invocazioni:
Al termine di tutti e 20 i Misteri si termina con:
Padre, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Santo Padre e per l'acquisto delle Sante Indulgenze
Salve Regina
Le Litanie Lauretane
Orazione finale
Il segno della Croce.
PREGHIERE DEL SANTO ROSARIO
Padre Nostro • che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi
i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori;
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo. Amen.
• Ave Maria • piena di grazia, il Signore è con te;
tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Ave, Maria, grátia plena,
Dóminus tecum.
Benedícta tu in muliéribus,
et benedíctus fructus ventris tui, Iesus.
Sancta María, Mater Dei,
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
• Gloria al Padre • e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
Glória Patri
et Fílio
et Spirítui Sancto. Sicut erat in princípio,
et nunc et semper
et in sǽcula sæculórum. Amen.
• Salve Regina • Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, esuli figli di Eva;
a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.
Salve, Regína,
Mater misericórdiae,
vita, dulcédo et spes nostra, salve.
Ad te clamámus,
éxsules filii Evae.
Ad te suspirámus geméntes et flentes
in hac lacrimárum valle.
Eia ergo, advocáta nostra,
illos tuos misericórdes óculos
ad nos convérte.
Et Iesum, benedíctum fructum
ventris tui,
nobis, post hoc exsílium, osténde.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo María!
LITANIE LAURETANE
Signore, pietà Padre del Cielo, che sei Dio, Santa Maria, Vergine prudentissima, R. Specchio della santità divina, R. Salute degli infermi, R. Regina degli Angeli, R. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, Prega per noi, Santa Madre di Dio |
Kýrie, eléison. Pater de cáelis, Deus, Sancta María, Virgo prudentíssima, R. Spéculum iustítiae, R. Salus infirmórum, R. Regína angelórum, R. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, Ora pro nobis, sancta Dei génetrix, |
Preghiamo. Amen. |
Orémus. Amen. |
Preghiere conclusive
Sotto la tua protezione ci rifugiamo, Santa Madre di Dio; non respingere le nostre suppliche e, nel momento della prova, liberaci da ogni pericolo, Vergine gloriosa e benedetta.
Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai inteso al mondo che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto il tuo patrocinio e sia stato da te abbandonato.
Animato da una tale confidenza a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini, a te vengo, e, peccatore come sono, mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà.
Non volere, o Madre del divin Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma benigna ascoltale ed esaudiscile.
Amen.
(S. Bernardo di Chiaravalle)
Preghiera per la famiglia
O Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra,
Padre, che sei Amore e Vita,
fa' che ogni famiglia umana sulla terra,
mediante il Tuo Figlio Gesù Cristo, nato da Donna,
e mediante lo Spirito Santo,
sorgente di divina carità,
diventi un vero santuario della vita e dell'amore
per le generazioni che sempre si rinnovano.
Fa' che la tua grazia
guidi i pensieri e le opere dei coniugi
verso il bene delle loro famiglie
e di tutte le famiglie del mondo.
Fa' che le giovani generazioni
trovino nella famiglia
un forte sostegno per la loro umanità
e la loro crescita nella verità e nell'amore.
Fa' che l'amore,
rafforzato dalla grazia del sacramento del Matrimonio,
si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi,
attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie.
Fa' infine, te lo chiediamo
per intercessione della Sacra Famiglia di Nazareth,
che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra
possa compiere fruttuosamente
la sua missione nella famiglia e con la famiglia.
Concedi alla tua Chiesa di compiere
la sua missione per la famiglia
e con la famiglia in tutte le nazioni della terra.
Amen!
Giovanni Paolo II
Preghiera per la famiglia
O Padre del cielo,
fa' che nella nostra famiglia
imitiamo le stesse virtù
e lo stesso amore
della Santa famiglia di Nazareth,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo un giorno godere
la gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Paolo VI
SANTA MARIA , veglia sulla FAMIGLIA
Santa Maria, vergine sposa di Giuseppe, Madre amantissima del Figlio dl Dio, veglia sulla famiglia, perché sia Chiesa domestica dove risuoni la parola, si levi la preghiera, fiorisca la misericordia. Veglia sulla famiglia, Vergine di Nazaret, perché sia comunità di pace, esemplare nell'impegno civile, aperta ai valori dell'amicizia e della condivisione, solidale con chi lotta per la verità e soffre per la giustizia.
Veglia sulla famiglia Madre di Gesù, perché sia santuario di amore puro e fecondo, dove la vita è accolta e difesa; scuola di formazione ai valori del servizio e della libertà; dimora serena, dove l'innocenza dei piccoli è rispettata e onorata la dignità degli anziani.
Veglia sulla famiglia, Madre di misericordia, quando la fatica quotidiana ne spegne lo slancio o ne offusca la bellezza; quando manca il lavoro e minaccioso si affaccia il bisogno; quando la malattia colpisce i suoi membri o la morte semina lutto; quando si incrinano i rapporti familiari e l'indifferenza e la solitudine subentrano alla comunione e al dono di sé.
Vigila, intercedi, proteggi, perché rifiorisca l'amore, si rinsaldi l'unione.
Amen
Preghiera Evangelium Vitae
O Maria,
aurora del mondo nuovo,
Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato
di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall'indifferenza
o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo
il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo
come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine
in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo
con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II
Preghiera per pace
Dio dei nostri Padri,
grande e misericordioso
Signore della vita e della pace;
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e d non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l´orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo figlio Gesù
Ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe
in una sola famiglia.Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l´umanità:
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza;
minaccia per le tue creature
in cielo, in terra e in mare.In comunione con Maria, la Madre di Gesù
ancora di supplichiamo::
parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione e della vendetta,
suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze della guerra.Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra!
Amen
Giovanni Paolo II
LE 15 PROMESSE DELLA MADONNA PER CHI RECITA GIORNALMENTE IL ROSARIO INTERO, TUTTI E 20 I MISTERI:
È l’anno 1475 quando il frate domenicano Alano della Rupe mette nero su bianco gli eventi miracolosi di cui è stato protagonista qualche anno prima: in particolare ciò che la Madonna aveva promesso «a tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario»
«Uno che pregava il Salterio della Vergine Maria fu assalito per sette interi anni, a volte con i sensi e altre materialmente, da spaventose tentazioni dei demoni. Ed egli in quasi tutti questi anni, non ebbe nessuna consolazione, neanche una minima. Per misericordia di Dio infine gli apparve la Regina di Clemenza, la quale accompagnata da alcuni santi, visitandolo di quando in quando, essendo stata abbattuta la tentazione da lei in persona, lo liberò dal pericolo […] e affidò a lui l’incarico di predicare questo Rosario». È l’inizio dell’anno 1475 quando il frate domenicano Alano della Rupe decide di mettere nero su bianco gli eventi miracolosi di cui è stato protagonista qualche anno prima. In quel momento si trova a Lilla, dove partecipa, come maestro di teologia, al capitolo della Congregazione riformata di Olanda.
Si mette a scrivere il suo memoriale giusto in tempo: l’8 settembre di quello stesso anno, infatti, il frate domenicano muore in odore di santità nel convento di Zwolle, in Olanda, a 47 anni, consegnando al popolo cristiano un tesoro di inestimabile valore ricevuto direttamente dalla Vergine Maria durante una delle sue apparizioni: quindici promesse «per tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario».
Ma chi era Alano della Rupe per guadagnarsi così tanto affetto e predilezione? Un nome, il suo, conosciuto probabilmente solo dagli storici dell’Ordine domenicano. Nato in Bretagna nel 1428, era stato accolto tra i seguaci di san Domenico presso il monastero di Dinan, diocesi di Saint-Malo. Là, assai giovane, aveva emesso la professione religiosa per poi trasferirsi, dopo qualche tempo, al convento di Lilla. Dopo gli studi di filosofia e teologia al collegio San Giacomo di Parigi, aveva ottenuto, nel 1459, dal capitolo generale dell’Ordine, l’incarico di insegnare per l’anno scolastico 1460-61. Nel frattempo c’era stata anche una visita a Lilla, nel 1460, dove era stato nominato membro della Congregazione riformata di Olanda per tentare di ricondurre i conventi alla regolare osservanza.
«Quando santa Maria lo salvò»
In quegli anni carichi di impegni, la fama di grande teologo si era sparsa per tutto l’Ordine. Ma ancora di più quella legata alla sua straordinaria devozione alla Madonna. «Il detto padre… per lungo tempo fu solito offrire il Rosario di Maria, in un’assidua devozione quotidiana a Dio, attraverso l’avvocata Maria, Madre di Dio» scrive Alano, parlando di sé in terza persona, trascorrendo dunque «una vita sicura con Dio nell’Istituto della sua vocazione». Quello stato di grazia, purtroppo, non durò a lungo. Alano racconta che, a partire dal 1457, «dalla grandissima importuna molestia d’altre tentazioni e da lotte assai crudeli fu tanto afflitto, e dovette combattere». «Infatti, Dio così permettendo (come lui solo poteva farlo uscire dalla tentazione: cosa che la Chiesa conosce per esperienza, e anche oggi soffre), ecco che fu tentato per sette anni interi assai crudelmente dal diavolo, fu battuto dalle sferze, e ricevette duramente percosse con fruste».
La vita del religioso si era trasformata in un vero e proprio calvario. Tanto che, in un giorno imprecisato dell’anno 1464, mentre dimorava, come lettore, nel convento della cittadella francese di Douai, decise addirittura di togliersi la vita. «Una volta stava in una lucida disperazione dell’anima, nella chiesa del suo Sacro Ordine» scrive Alano. «Già, infatti, ahimè, la mano tesa del tentato, avendo estratto il coltello, piegò il braccio e con la lama affilata, scagliò alla propria gola un colpo così deciso e certo per la morte, che di certo avrebbe causato, senza alcun indugio o dubbio, il taglio della gola». Ma nel momento in cui tutto sembrava ormai compromesso, accadde qualcosa, all’improvviso. «Si avvicinò, misericordiosissima, la salvatrice Maria, e con un colpo deciso, in soccorso a lui, afferra il suo braccio, non gli permette di farlo, dà uno schiaffo al disperato, e dice: “Che fai, o misero? Se tu avessi richiesto il mio aiuto, come hai fatto altre volte, non saresti incorso in così grande pericolo”. Detto questo svanì, e il misero rimase da solo».
Le quindici Promesse
Dopo quella prima apparizione le cose non cambiarono affatto. Anzi, peggiorarono: le tentazioni si erano ripresentate così assillanti da fargli maturare l’idea di abbandonare la vita religiosa. Come se non bastasse, si era anche ammalato gravemente tanto da convincere i suoi confratelli a dargli l’estrema unzione. Ma una notte, mentre «giaceva miseramente in ardentissimi gemiti» si mise a invocare la Vergine Maria. E per la seconda volta lei gli fece visita. Una luce accecante «tra la decima e l’undicesima ora» illuminò allora la sua cella e «apparve maestosa la Beatissima Vergine Maria, che lo salutò dolcissimamente». Da vera mamma, la Madonna si era chinata a curare le infermità del pover’uomo. Gli appese al collo una catena intrecciata dei suoi capelli dalla quale pendevano centocinquanta pietre preziose, inframezzate da altre quindici «secondo il numero del suo Rosario», annota il frate. Maria stabilì un legame non solo con lui, ma esteso «in modo spirituale e invisibile a coloro che recitano devotamente il suo Rosario».
E a quel punto la Madonna gli disse: «Gioisci allora e rallegrati, o sposo, poiché mi hai fatto gioire tante volte, quante volte mi hai salutato nel mio Rosario. Eppure, mentre io ero felice, tu molto spesso eri angosciato […], ma perché? Avevo stabilito di darti cose dolci, perciò per molti anni portavo a te cose amare [...] Orsù, gioisci ora».
E così fu: dopo sette anni d’inferno, ecco che per Alano iniziava un’altra vita: «Nel recitare il Rosario di Maria era particolarmente luminoso, di un’ammirevole letizia unita a un’inesplicabile gioia». E un giorno, proprio mentre stava pregando, ecco che la Vergine, di nuovo «si degnò di fargli molte brevissime rivelazioni», annota. «Esse sono qui di seguito, e le parole sono della Madre di Dio:
(Dal libro: De Rosario B. M. Virginis)
1. Coloro che mi serviranno con costanza recitando il Rosario riceveranno qualche grazia speciale.
2. A tutti quelli che reciteranno con devozione il mio Rosario prometto la mia protezione speciale e grandi grazie.
3. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, eliminerà i vizi, libererà dal peccato, distruggerà le eresie.
4. Farà rifiorire le virtù e le opere sante, otterrà alle anime abbondantissime misericordie da Dio; trarrà i cuori degli uomini dal vano amore del mondo all'amore di Dio e li eleverà al desiderio delle cose eterne. Oh! quante anime si santificheranno con questo mezzo!
5. L'anima che si affida a me col Rosario non perirà.
6. Chiunque reciterà il Rosario con devozione con la meditazione dei misteri non sarà oppresso da disgrazie, non sperimenterà l'ira di Dio, non morirà di morte improvvisa, ma si convertirà se peccatore; se invece giusto, persevererà in grazia e sarà giudicato degno della vita eterna.
7. I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti.
8. Voglio che coloro che recitano il mio Rosario abbiano in vita e in morte la luce e la pienezza delle grazie; partecipino in vita e in morte dei meriti dei beati.
9. Libero ogni giorno dal purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10. I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in cielo.
11. Qualunque cosa chiederai col Rosario la otterrai.
12. Soccorrerò in ogni loro necessità coloro che diffonderanno il mio Rosario.
13. Ho ottenuto da mio Figlio che gli iscritti alla Confraternita del Rosario possano avere per confratelli in vita e in morte tutti i santi del cielo.
14. Coloro che recitano il mio Rosario sono miei figli e fratelli di Gesù Cristo, mio unigenito.
15. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.
Dopo la “consegna” delle quindici promesse, la Vergine si congedò chiedendo ad Alano un gesto di ubbidienza: «Predica le cose che hai visto e ascoltato. Non avere alcun timore: io sono con te: aiuterò te e tutti i miei salmodianti. Io castigherò coloro che si opporranno a te ».
E Alano prontamente ubbidì: dal biennio 1464-1465, periodo delle apparizioni, fino alla sua morte, il domenicano non farà altro che diffondere, con la predicazione, l’amata devozione mariana e istituire le relative Confraternite. Tanto da convincere, nel 1474, il capitolo dei domenicani di Olanda a prescrivere, per la prima volta, la recita del Rosario come preghiera da recitarsi per i vivi e per i morti. E sempre in quell’anno, a Francoforte, nella chiesa dei Domenicani, veniva eretto il primo altare per una Confraternita del Rosario.
Intanto, nell’ultimo anno di vita, il 1475, Alano si mise a scrivere l’Apologia del Rosario di Maria, destinata a un tal Ferrico, vescovo di Tournai, per raccontare tutto quello che gli era accaduto undici anni prima. Prima di tornare a Rostock dove avrebbe dovuto iniziare l’anno scolastico, si fermò a Zwolle. Là, il 15 di agosto, festa dell’Assunzione di Maria Santissima, si ammalò gravemente.
Circondato dai confratelli, che già da tempo lo consideravano beato, morì alla vigilia della festa della Natività della Beata Vergine Maria che cade l’8 settembre.
Dalla Lettera Apostolica DI
S.S. GIOVANNI PAOLO II
Rosarium Virginis Mariæ
1. Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del suo amore.
3. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. A dare maggiore rilevanza a questo invito … desidero che questa preghiera nel corso dell'anno venga particolarmente proposta e valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, pertanto, l'anno che va dall'ottobre di quest'anno all'ottobre del 2003 Anno del Rosario.
6. A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche. Prima fra esse, l'urgenza di invocare da Dio il dono della pace.
Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell'intera società.
12. Il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze.
19. Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria.
21. …Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri 'luminosi' – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al Giordano, 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 3. nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione, 4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 5. nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale. Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù.
È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi (cfr 2Cor 5, 21), nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende.
Mistero di luce è l'inizio dei segni a Cana (cfr Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l'acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all'intervento di Maria, la prima dei credenti.
Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l'avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr Mc 1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20, 22-23).
Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo.
Mistero di luce è, infine, l'istituzione dell'Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando « sino alla fine » il suo amore per l'umanità (Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.
Come recitare il Rosario?
29. Enunciare il mistero, e magari avere l'opportunità di fissare contestualmente un'icona che lo raffiguri, è come aprire uno scenario su cui concentrare l'attenzione.
30. Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l'enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente che, a seconda delle circostanze, può essere più o meno ampio.
31. L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. È opportuno che, dopo l'enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero meditato, prima di iniziare la preghiera vocale.
32. Dopo l'ascolto della Parola e la focalizzazione del mistero è naturale che l'animo si innalzi verso il Padre. Gesù, in ciascuno dei suoi misteri, ci porta sempre al Padre, a cui Egli continuamente si rivolge, perché nel suo 'seno' riposa (cfr Gv 1, 18).
33. Le dieci Ave Maria. È questo l'elemento più corposo del Rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza. Ma proprio alla luce dell'Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma anzi lo sottolinea e lo esalta.
34. La dossologia trinitaria è il traguardo della contemplazione cristiana. Cristo è infatti la via che ci conduce al Padre nello Spirito.
36. Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona.
La prima cosa da notare è come la corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il cammino stesso dell'orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre.
Intenzioni del Papa per la recita del Rosario
39. Oggi all'efficacia di questa preghiera consegno volentieri la causa della pace nel mondo e quella della famiglia.
40. Le difficoltà che l'orizzonte mondiale presenta in questo avvio di nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall'Alto può far sperare in un futuro meno oscuro. Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace e « nostra pace » (Ef 2,14).
41. …il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera. La famiglia che prega unita, resta unita.
La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino.
42. A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario di crescita dei figli. Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di « sosta orante » della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare.
Il Rosario, un tesoro da riscoprire
43. Carissimi fratelli e sorelle! Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana.
Che questo mio appello non cada inascoltato!
« O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora dell'agonia. A te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo ».
Dal Vaticano, il 16 ottobre dell'anno 2002, inizio del venticinquesimo di Pontificato.
GIOVANNI PAOLO II
E’ necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Maria a contemplare il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria e insieme con Lei, custodisce e medita assiduamente i misteri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui.
Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio. A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta. Analogamente a quanto avviene per i Salmi quando si prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse parla al cuore. Così, recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria! Anche quando viene pregato, come oggi, da grandi assemblee e come ogni giorno fate in questo Santuario, è necessario che si percepisca il Rosario come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca un clima di silenzio interiore.
Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è "arma" spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo.
Quando nasce la preghiera del Rosario?
Esso ha origini antichissime. Sembra infatti che risalga al XII secolo, quando già da tempo era recitato dai monaci Certosini.
Ben presto, poi, si diffuse in tutto il mondo cattolico, assumendo caratteristiche diverse, ma conservando sempre l’invocazione a Maria Santissima. La popolarità del Rosario è confermata anche dal gran numero di confraternite e sodalizi che, sia nel passato che ai giorni nostri, portano il suo titolo.
La ricorrenza liturgica in onore della Madonna del Rosario si celebra il 7 ottobre.
Fu Papa Gregorio XIII a trasferirla in tale giorno, sostituendola a quella di S. Maria della Vittoria che il suo predecessore S. Pio V aveva istituito per commemorare l’affermazione a Lepanto della flotta cristiana su quella turca che minacciava le coste venete.
Che cosa hanno detto alcuni papi circa il Rosario?
Diffusosi rapidamente nella Chiesa, il Rosario venne ben presto regolato, riconosciuto ufficialmente e raccomandato ai fedeli da Sommi Pontefici.
• Il Papa che per primo ne determinò ufficialmente la fisionomia essenziale, gli conferì il carisma ecclesiale, rilevò i suoi pregi e lo raccomandò quindi al popolo di Dio, fu il domenicano San Pio V. Memorabili sono la bolla Consueverunt del 1569, vera magna charta del Rosario e la Salvatoris Domini del 1572, scritta dopo la vittoria della cristianità a Lepanto.
• Altro grande pontefice del Rosario fu il Papa Leone XIII. Devotissimo egli stesso di questa preghiera, vi dedicò ben 22 documenti. L’additò come “maniera facile per far penetrare e inculcare negli animi i dogmi principali della Fede cristiana”.
Nell’anno 1883 stabilì che “tutto il mese di ottobre dell’anno in corso e per l’avvenire sia consacrato e dedicato alla celeste vergine del Rosario”. Dell’anno 1891 ricordiamo la significativa definizione che diede del Rosario: “come la tessera della nostra Fede e il compendio del culto a Maria dovuto”. Nel 1892 giustifica le sue raccomandazioni di pregare il Rosario dicendo che in esso “sono così bene e così utilmente riuniti un’eccellente forma di preghiera, un mezzo efficace per conservare la Fede e un ideale insigne di virtù perfetta: è ben giusto che i veri cristiani lo abbiano spesso tra le mani e lo meditino piamente”. Nel 1898 giunge ad affermare che il “Rosario costituisce la più eccellente forma di preghiera privata e il mezzo più efficace per conseguire la vita eterna” e che “nell’ora suprema i devoti del Rosario saranno consolati dalla materna tenerezza della vergine Maria e si addormenteranno dolcemente sul suo seno”.
• Il papa Pio X stimò e amò il Rosario recitandolo fedelmente prima e durante il suo pontificato. Egli affermò: “il Rosario costituisce l’orazione per eccellenza riunendo alla meditazione dei misteri della nostra religione e alle più sante preghiere, la mediazione della vergine santissima. Dobbiamo nutrire la più cara speranza che per mezzo di questa pratica il Signore ci accordi le migliori grazie”. Nel suo testamento raccomandò il Rosario come “la preghiera che, sempre dopo quella liturgica, fra tutte è la più bella, la più ricca di grazie, quella che più piace alla santissima vergine Maria”.
• Con importanti encicliche e discorsi hanno esaltato e raccomandato il Rosario Benedetto XV e Pio XI, a cui viene attribuita la frase provocatoria, sovente riportata: “potrei convertire il mondo se avessi un esercito che recitasse il Rosario”.
• Di Pio XII è invece la famosa definizione: “il Rosario è sintesi di tutto il Vangelo, meditazione dei misteri del Signore, sacrificio vespertino, corona di rose, inno di lode, preghiera della famiglia, compendio di vita cristiana, segno sicuro del favore celeste, presidio per l’attesa salvezza”.
• Giovanni Paolo II, il 16 ottobre 2002, ha pubblicato la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, in occasione del 120° anniversario dell’enciclica Supremi apostolatus officio con cui Leone XIII, il 1° settembre 1883, diede inizio alla pubblicazione di una serie di documenti dedicati proprio al Rosario.
Pur “caratterizzato dalla sua fisionomia mariana”, scrive Giovanni Paolo II nell’introduzione alla lettera, il Rosario “è preghiera dal cuore cristologico” che con la sua “semplicità e profondità rimane, anche in questo terzo millennio, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità”. Giovanni Paolo II ha proclamato l’anno che va dall’ottobre 2002 all’ottobre del 2003 “Anno del Rosario”, invitando alla recita di questa preghiera, che “porta al cuore stesso della vita cristiana ed offre un’ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del popolo di Dio e la nuova evangelizzazione”.
Di quante Ave Maria è formato attualmente il S. Rosario?
È formato da 200 Ave Maria, suddivise in decine, raggruppate in 4 cicli di 5 Misteri ciascuno. Ogni corona del S. Rosario è formata da 5 decine. La corona del Rosario è sorta come strumento per il conteggio delle preghiere sul modello di strumenti simili già in uso presso altre religioni, in particolare presso i buddisti (108 grani) e i musulmani (99 grani, cioè quanti sono i nomi attribuiti a Dio dal Corano). Leone X, ad esempio, nel 1516 approvava una ‘corona’ in onore di Nostro Signore che constava di 33 grani piccoli (gli anni di Cristo secondo la tradizione popolare) per la recita di altrettanti Pater con l’aggiunta di cinque grani più grandi (le piaghe di Cristo) per la recita di cinque Ave.
Perché nel passato il S. Rosario era formato da 150 Ave Maria?
Il S. Rosario di 150 Ave Maria richiamava i 150 salmi che fanno parte della Liturgia delle Ore e che nel passato (ma anche talvolta nel presente) per gli illetterati venivano sostituiti con la recita quotidiana di 150 Pater. Con lo sviluppo della pietà mariana fu proposta al popolo la recita di 150 Ave, quando questa preghiera biblica non aveva ancora la seconda parte, aggiunta verso la fine del XV secolo.
Qual è il rapporto tra il Rosario e la vita quotidiana?
“Il nostro cuore - aveva affermato Giovanni Paolo II nel suo primo anno di pontificato - può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità”. E proprio sulla “implicazione antropologica” del Rosario si sofferma il Papa, definendolo il “segreto per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo attraverso Maria”, ma anche un modo per chiedere aiuto a Cristo per “i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita”. Il Rosario è anche una risposta a quella “rinnovata esigenza di meditazione”, tipica della nostra epoca.
In che senso il Rosario è la preghiera per la Pace e la famiglia?
Pace e famiglia: sono questi, per il Papa Giovanni Paolo II, due ambiti particolari in cui la preghiera del Rosario si rivela capace di “far sperare in un futuro meno oscuro”.
• “Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace”, scrive Giovanni Paolo II nella citata Lettera apostolica del 2002, “anche per i frutti di carità che produce”, tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le beatitudini nella vita di ogni giorno”; di “farsi ‘cirenei’ in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”. Di diventare, in una parola, “costruttori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‘battaglia’ tanto difficile come quella della pace possa essere vinta”.
• Altro versante critico del nostro tempo, per il quale Giovanni Paolo II chiede un supplemento di impegno, è quello della famiglia. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, può costituire, secondo il Papa, un’ottima occasione per :
- alimentare la preghiera familiare tanto importante anche oggi;
- affidare alla preghiera del Rosario, l’itinerario di crescita dei figli;
- aiutare i genitori a colmare la distanza culturale tra le generazioni;
- riscoprire il valore del silenzio;
- favorire lo stare insieme, e il comunicare nella preghiera, fra i vari membri della famiglia.
Esiste anche un Rosario missionario?
Sì, ed è molto suggestivo: una decina, quella bianca è per la vecchia Europa, perché sia capace di riappropriarsi della forza evangelizzatrice che ha generato tante Chiese; la decina gialla è per l’Asia, che esplode di vita e di giovinezza; la decina verde è per l’Africa, provata dalla sofferenza, ma disponibile all’annuncio; la decina rossa è per l’America, vivaio di nuove forze missionarie; la decina azzurra è per il Continente dell’Oceania e dell’Australia che attende una più capillare diffusione del Vangelo.
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