Preghiera dello studente a Gesù Signore Gesù, nel Vangelo, sei sempre circondato dai Discepoli che ti chiamano “Maestro”. Tu però sei un maestro diverso: non ti presenti con il registro, né fai leva sul voto e sulle note, non imponi nulla dall’alto, ma proponi, né alzi la voce, ma parli al cuore. Gesù, Tu sei un Maestro “unico” perché non solo insegni la verità, ma “sei” la Verità, la Via, la Vita. Tu ci insegni con la Parola e l’esempio ad amare Dio con tutto il cuore e ad amarci come tu ci hai amato. Signore, fa’ che nello studio prima del successo ricerchi sempre la verità, la giustizia e l’amore. Gesù, io credo in Te e scelgo Te come unico Maestro e Signore della mia vita. Aiutami ad ascoltare con fede le tue Parole e soprattutto a metterle in pratica. Amen. Preghiera dell'Insegnante all'inizio dell'anno scolastico Padre, ti prego per tutti i ragazzi e le ragazze che mi saranno affidati durante questo anno scolastico. Sento forte l'importanza della mia responsabilità educativa, ma conosco anche i miei limiti e le mie incertezze.Padre, donami una passione educativa che possa plasmare il mio pensare, il mio progettare, il mio agire; concedimi l'entusiasmo necessario per testimoniare l'amore del sapere, la gioia della collaborazione, la fiducia negli altri; rendimi capace di accogliere, guidare e incoraggiare chi si affida a me ogni giorno; donami la pazienza di attendere tempi educativi che non sono i miei e che tu solo conosci; fa' che la fatica, lo scoraggiamento e l'insuccesso non permettano di chiudermi in me stessa, ma mi aprano alla ricerca di prospettive sempre più ampie.Padre, rendimi capace di comprendere che il mio essere un'insegnante è un grande dono.
Il 15 agosto si festeggia l’ Assunzione della Vergine Maria al cielo. Per essere stata la Madre di Gesù, Figlio Unigenito di Dio, e per essere stata preservata dalla macchia del peccato, Maria, come Gesù, fu risuscitata da Dio per la vita eterna. Maria fu la prima, dopo Cristo, a sperimentare la risurrezione ed è anticipazione della risurrezione della carne che per tutti gli altri uomini avverrà dopo il Giudizio finale. Fu papa Pio XII il 1° novembre 1950 a proclamare dogma di fede l’ Assunzione di Maria. Le Chiese ortodosse celebrano nello stesso giorno la festa della Dormizione della Vergine
di Antonio Sanfrancesco
La “dormitio Virginis” e l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane. Fu papa Pio XII il 1° novembre del 1950, Anno Santo, a proclamare solennemente per la Chiesa cattolica come dogma di fede l’ Assunzione della Vergine Maria al cielo con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus: « Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica». La Chiesa ortodossa e la Chiesa apostolica armena celebrano il 15 agosto la festa della Dormizione di Maria.
Cosa si festeggia in questa solennità?
L'Immacolata Vergine la quale, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta, cioè accolta, alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell'universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte. (Conc. Vat. II, Lumen gentium, 59). La Vergine Assunta, recita il Messale romano, è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. Questo perché l'Assunzione di Maria è un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale. È una solennità che, corrispondendo al natalis (morte) degli altri santi, è considerata la festa principale della Vergine. Il 15 agosto ricorda con probabilità la dedicazione di una grande chiesa a Maria in Gerusalemme.
Qual è la differenza tra “assunzione” e “dormizione”?
La differenza principale tra Dormizione e Assunzione è che la seconda non implica necessariamente la morte, ma neppure la esclude.
Quali sono le fonti?
Il primo scritto attendibile che narra dell’Assunzione di Maria Vergine in Cielo, come la tradizione fino ad allora aveva tramandato oralmente, reca la firma del Vescovo san Gregorio di Tours ( 538 ca.- 594), storico e agiografo gallo-romano: «Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’ arcangelo Michele e si allontanò. All’ alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso».
Qual è il significato teologico?
Il Dottore della Chiesa san Giovanni Damasceno (676 ca.- 749) scriverà: «Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio». La Madre di Dio, che era stata risparmiata dalla corruzione del peccato originale, fu risparmiata dalla corruzione del suo corpo immacolato, Colei che aveva ospitato il Verbo doveva entrare nel Regno dei Cieli con il suo corpo glorioso.
Cosa dicono i Padri della Chiesa?
San Germano di Costantinopoli (635 ca.-733), considerato il vertice della mariologia patristica, è in favore dell’ Assunzione e per tre principali ragioni: pone sulla bocca di Gesù queste parole: «Vieni di buon grado presso colui che è stato da te generato. Con dovere di figlio io voglio rallegrarti; voglio ripagare la dimora nel seno materno, il soldo dell’ allattamento, il compenso dell’ educazione; voglio dare la certezza al tuo cuore. O Madre, tu che mi hai avuto come figlio unigenito, scegli piuttosto di abitare con me». Altra ragione è data dalla totale purezza e integrità di Maria. Terzo: il ruolo di intercessione e di mediazione che la Vergine è chiamata a svolgere davanti al Figlio in favore degli uomini.
Leggiamo ancora nel suo scritto dell’ Omelia I sulla Dormizione, che attinge a sua volta da San Giovanni Arcivescovo di Tessalonica ( tra il 610 e il 649 ca.) e da un testo di quest’ ultimo, che descrive dettagliatamente le origini della festa dell’ Assunzione, dato certo nella Chiesa Orientale dei primi secoli: «Essendo umano (il tuo corpo) si è trasformato per adattarsi alla suprema vita dell’ immortalità; tuttavia è rimasto integro e gloriosissimo, dotato di perfetta vitalità e non soggetto al sonno (della morte), proprio perché non era possibile che fosse posseduto da un sepolcro, compagno della morte, quel vaso che conteneva Dio e quel tempio vivente della divinità santissima dell’ Unigenito». Poi prosegue: «Tu, secondo ciò che è stato scritto, sei bella e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto abitazione di Dio: perciò è anche estraneo al dissolvimento in polvere. Infatti, come un figlio cerca e desidera la propria madre, e la madre ama vivere con il figlio, così fu giusto che anche tu, che possedevi un cuore colmo di amore materno verso il Figlio tuo e Dio, ritornassi a lui; e fu anche del tutto conveniente che a sua volta Dio, il quale nei tuoi riguardi aveva quel sentimento d’ amore che si prova per una madre, ti rendesse partecipe della sua comunanza di vita con se stesso».
Perché il giorno dell'Assunta è detto anche Ferragosto?
Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica o i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Benedetta sei tu, o Maria, e benedetto il Signore che ti ha esaltata
“L’ esistenza della Madonna si è svolta come quella di una comune donna del suo tempo: pregava, gestiva la famiglia e la casa, frequentava la sinagoga... Ma ogni azione quotidiana era sempre compiuta da lei in unione totale con Gesù. E sul Calvario questa unione ha raggiunto l’apice, nell’amore, nella compassione e nella sofferenza del cuore. Per questo Dio le ha donato una partecipazione piena anche alla risurrezione di Gesù. Il corpo della Santa Madre è stato preservato dalla corruzione, come quello del Figlio.
La Chiesa oggi ci invita a contemplare questo mistero: esso ci mostra che Dio vuole salvare l’uomo intero, cioè salvare anima e corpo. Gesù è risorto con il corpo che aveva assunto da Maria; ed è asceso al Padre con la sua umanità trasfigurata.
Con il corpo, un corpo come il nostro, ma trasfigurato.
L’assunzione di Maria, creatura umana, ci dà la conferma di quale sarà il nostro destino glorioso”.
Anche se la scuola, il catechismo ed il grest sono terminati,
Gesù non va in vacanza.
Ricordiamoci di partecipare alla S. Messa.
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Santissimità Trinità, il mistero (incomprensibile) dell'amore
Questa solennità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste e fu introdotta nella liturgia cattolica nel 1334 da papa Giovanni XXII. Propone uno sguardo alla realtà di Dio amore e al mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Benedetto XVI così ha spiegato questa realtà: «La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’ amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati»
La solennità della Santissima Trinità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste, quindi come festa del Signore. Si colloca pertanto come riflessione su tutto il mistero che negli altri tempi è celebrato nei suoi diversi momenti e aspetti. Fu introdotta soltanto nel 1334 da papa Giovanni XXII, mentre l'antica liturgia romana non la conosceva. Propone uno sguardo riconoscente al compimento del mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. La messa inizia con l'esaltazione del Dio Trinità "perché grande è il suo amore per noi".
Le origini storice di questa festa
Sebbene il dogma trinitario fosse già stato codificato nella Chiesa sin dall'epoca del Simbolo apostolico fino all'VIII secolo la Chiesa non celebrò nessuna ricorrenza in suo onore. La prima testimonianza in merito ci viene dal monaco Alcuino di York, che decise la redazione di una Messa votiva in onore del mistero della Santissima Trinità (a quanto pare, in comunità d'intenti con San Bonifacio, apostolo della Germania). Tale Messa era però soltanto un fatto privato, un ausilio alla devozione personale — almeno fino al 1022, in cui fu riconosciuta ufficialmente dal Concilio di Seligenstadt. Nel 920, intanto, Stefano vescovo di Liegi aveva istituito nella sua diocesi una festa dedicata alla Santissima Trinità e per la sua celebrazione aveva fatto comporre un Ufficio liturgico. Il suo successore, Richiero, mantenne tale festività — che andò col tempo diffondendosi, grazie anche all'appoggio dell'Ordine monastico (in particolare di Bernone, abate di Reichenau agli inizi dell'XI secolo), tanto che un documento del 1091 dell'Abbazia di Cluny ci attesta che la sua celebrazione era ormai ben radicata. Nella seconda metà dell'XI secolo, Papa Alessandro II espresse il suo giudizio su questa festa: pur rilevando la sua ampia diffusione, non la ritenne obbligatoria per la Chiesa universale, per il fatto che «ogni giorno l'adorabile Trinità è senza posa invocata con la ripetizione delle parole: Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto, e in tante altre formule di lode». Nonostante ciò, la festa proseguì nella sua diffusione (sia in Inghilterra, per opera di San Tommaso di Canterbury, sia in Francia, grazie anche all'ordine cistercense), tanto che, agli inizi del Duecento, l'abate Ruperto afferma: «Subito dopo aver celebrato la solennità della venuta dello Spirito Santo, cantiamo la gloria della Santissima Trinità nell'Ufficio della Domenica che segue, e questa disposizione è molto appropriata poiché subito dopo la discesa di quel divino Spirito cominciarono la predicazione e la fede e, nel battesimo, la fede, la confessione del nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.» (Ruperto abate, Dei divini Uffici, I, XII, c. I). Visto il riconoscimento de facto di tale festività in tanta parte della Chiesa, Papa Giovanni XXII, nella prima metà del Trecento, in un decreto sancì che la Chiesa cattolica accettava la festa della Santissima Trinità e la estendeva a tutte le Chiese locali
La spiegazione di Benedetto XVI
Nell’ Angelus del 2009 papa Ratzinger così spiegò questa solennità: «Quest’ oggi contempliamo la Santissima Trinità così come ce l’ ha fatta conoscere Gesù. Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’ unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è finalmente Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’ essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’ Amore creatore. Tutto proviene dall’ amore, tende all’ amore, e si muove spinto dall’ amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’ Amore. “In lui – disse san Paolo nell’ Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’ amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati. Usando un’ analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’ essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore».
Un Mistero incomprensibile ma non contro la ragione
Il mistero della Santissima Trinità è un mistero e come tale non può essere compreso. Ma non per questo è qualcosa d’ irragionevole. Nella dottrina cattolica ciò che è mistero è sì indimostrabile con la ragione, ma non è irrazionale, cioè non è in contraddizione con la ragione. La ragione conduce all’ unicità di Dio: Dio è assoluto e logicamente non possono esistere più assoluti. Ebbene, la ragionevolezza del mistero della Trinità sta nel fatto che esso non afferma l’ esistenza di tre dei, bensì di un solo Dio che però è in tre Persone uguali e distinte. Nel Credo si afferma: «Credo in un solo Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo». Quale è il Padre, tale è il Figlio e tale è lo Spirito Santo. Increato è il Padre, increato è il Figlio, increato è lo Spirito Santo. Onnipotente è il Padre, onnipotente è il Figlio, onnipotente è lo Spirito Santo. Tuttavia non vi sono tre increati, tre assoluti, tre onnipotenti, ma un increato, un assoluto e un onnipotente. Dio e Signore è il Padre, Dio e Signore è il Figlio, Dio e Signore è lo Spirito Santo; tuttavia non vi sono tre dei e signori, ma un solo Dio, un solo Signore (Simbolo atanasiano).
Un’ analogia per capire
Per capire qualcosa della Trinità, ma senza la possibilità di esaurirne il mistero, si può utilizzare questa analogia. La Sacra Scrittura dice che quando Dio creò l’ uomo, lo creò a sua “immagine” (Genesi 1,27). Dunque, nell’ uomo si trova una lontana ma comunque presente immagine della Santissima Trinità. L’ uomo possiede la mente e la mente genera il pensiero. Il pensiero, contemplato dalla mente, è amato, e così dal pensiero e dalla mente procede l’ amore. Ora mente, pensiero, amore, sono tre cose ben distinte fra loro, ma assolutamente inseparabili l’ una dall’ altra, tanto che si può dire che siano nell’ uomo una cosa sola. Nella Trinità il Padre è mente, che da tutta l’ eternità genera il suo Pensiero perfettissimo (il Logos). Il Pensiero, generato eternamente dal Padre, sussiste, come persona distinta, ed è lo Spirito Santo. Ma come la mente, il pensiero e l’ amore sono nell’ uomo tre cose distinte, ma assolutamente inseparabili, così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sebbene sussistano come persone distinte, sono però un Dio solo.
Preghiera alla Santissima Trinità di sant'Agostino
L'anima mia vi adora, il mio cuore vi benedice e la mia bocca vi loda, o santa ed indivisibile Trinità: Padre Eterno, Figliuolo unico ed amato dal Padre, Spirito consolatore che procedete dal loro vicendevole amore.
O Dio onnipotente, benché io non sia che l'ultimo dei vostri servi ed il membro più imperfetto della vostra Chiesa, io vi lodo e vi glorifico.
Io vi invoco, o Santa Trinità, affinché veniate in me a donarmi la vita, e a fare del mio povero cuore un tempio degno della vostra gloria e della vostra santità. O Padre Eterno, io vi prego per il vostro amato Figlio; o Gesù, io vi supplico per il Padre vostro; o Spirito Santo, io vi scongiuro in nome dell'Amore del Padre e del Figlio: accrescete in me la fede, la speranza e la carità.
Fate che la mia fede sia efficace, la mia speranza sicura e la mia carità feconda. Fate che mi renda degno della vita eterna con l'innocenza della mia vita e con la santità dei miei costumi, affinché un giorno possa unire la mia voce a quella degli spiriti beati, per cantare con essi, per tutta l'eternità: Gloria al Padre Eterno, che ci ha creati; Gloria al Figlio, che ci ha rigenerati con il sacrificio cruento della Croce; Gloria allo Spirito Santo, che ci santifica con l'effusione delle sue grazie. Onore e gloria e benedizione alla santa ed adorabile Trinità per tutti i secoli. Così sia
Si celebra quaranta giorni dopo la Pasqua e conclude la permanenza visibile di Dio fra gli uomini. È preludio della Pentecoste e segna l’ inizio della storia della Chiesa. L’ episodio è descritto dai Vangeli di Marco e Luca e negli Atti degli Apostoli. Fino al 1977 in Italia era anche festa civile
Con la solennità dell’ Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la vita terrena di Gesù che con il suo corpo, alla presenza degli apostoli, si unisce fisicamente al Padre, per non comparire più sulla Terra fino alla sua Seconda venuta (Parusìa) per il Giudizio finale. Questa festività è molto antica e viene attestata già a partire dal IV secolo. Per la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti, l’ Ascensione si colloca di norma 40 giorni dopo la Pasqua, cioè il giovedì della sesta settimana del Tempo pasquale, ovvero quello successivo alla VI domenica di Pasqua. Nel Credo degli Apostoli viene menzionata con queste parole: «Gesù è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Nella Chiesa ortodossa l'Ascensione è una delle 12 grandi feste. La data della celebrazione è stabilita a partire dalla data della Pasqua nel calendario ortodosso. Essa è conosciuta sia con termine greco Analepsis (salire su) sia con Episozomene (salvezza). Quest'ultimo termine sottolinea che Gesù salendo al cielo ha completato il lavoro della redenzione. Più chiari ancora gli Atti, che nominano esplicitamente il monte degli ulivi, poiché dopo l'ascensione i discepoli «ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.»(Atti 1:12) La tradizione ha consacrato questo luogo come il Monte dell'Ascensione.
Qual è il senso biblico della parola Ascensione?
Secondo una concezione spontanea e universale, riconosciuta dalla Bibbia, Dio abita in un luogo superiore e l’ uomo per incontrarlo deve elevarsi, salire. L’ idea dell’ avvicinamento con Dio, è data spontaneamente dal monte e nell’ Esodo (19,3), a Mosè viene trasmessa la proibizione di salire verso il Sinai, che sottintendeva soprattutto quest’ avvicinamento al Signore; “Delimita il monte tutt’ intorno e dì al popolo; non salite sul monte e non toccate le falde. Chiunque toccherà le falde sarà messo a morte”. Il comando di Iavhè non si riferisce tanto ad una salita locale, ma ad un avvicinamento spirituale; bisogna prima purificarsi e raccogliersi per poter udire la sua voce. Non solo Dio abita in alto, ma ha scelto i luoghi elevati per stabilirvi la sua dimora; anche per andare ai suoi santuari bisogna ‘salire’ . Così lungo tutta la Bibbia, i riferimenti al “salire” sono tanti e continui e quando Gerusalemme prende il posto degli antici santuari, le folle dei pellegrini ‘salgono’ festose il monte santo; “Ascendere” a Gerusalemme, significava andare a Iavhè, e il termine, obbligato dalla reale posizione geografica, veniva usato sia dalla simbologia popolare per chi entrava nella terra promessa, come per chi ‘saliva’ nella città santa. Nel Nuovo Testamento, lo stesso Gesù “sale” a Gerusalemme con i genitori, quando si incontra con i dottori nel Tempio e ancora “sale” alla città santa, quale preludio all’ ”elevazione” sulla croce e alla gloriosa Ascensione.
Quali sono i testi che parlano di questo evento?
I Libri del Nuovo Testamento contengono sporadici accenni al mistero dell’ Ascensione; i Vangeli di Matteo e di Giovanni non ne parlano e ambedue terminano con il racconto di apparizioni posteriori alla Resurrezione. Marco finisce dicendo: “Gesù… fu assunto in cielo e si assise alla destra di Dio” (XVI, 10); ne parla invece Luca: “Poi li condusse fin verso Betania, e alzate le mani, li benedisse. E avvenne che nel benedirli si staccò da loro e fu portato verso il cielo” (XXIV, 50-51). Ancora Luca negli Atti degli Apostoli, attribuitigli come autore sin dai primi tempi, al capitolo iniziale (1, 11), colloca l’ Ascensione sul Monte degli Ulivi, al 40° giorno dopo la Pasqua e aggiunge: “Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato tra di voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’ avete visto andare in cielo”. Gli altri autori accennano solo saltuariamente al fatto o lo presuppongono, lo stesso s. Paolo pur conoscendo il rapporto tra la Risurrezione e la glorificazione, non si pone il problema del come Gesù sia entrato nel mondo celeste e si sia trasfigurato; infatti nelle varie lettere egli non menziona il passaggio dalla fase terrestre a quella celeste. Ma essi ribadiscono l’ intronizzazione di Cristo alla destra del Padre, dove rimarrà fino alla fine dei secoli, ammantato di potenza e di gloria; “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo sta assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra; siete morti infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” (Colossesi, 3, 1-3).
Quali sono le fonti storiche?
Luca, il terzo evangelista, negli Atti degli Apostoli specifica che Gesù dopo la sua passione, si mostrò agli undici apostoli rimasti, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio; bisogna dire che il numero di ‘quaranta giorni’ è denso di simbolismi, che ricorre spesso negli avvenimenti del popolo ebraico errante, ma anche con Gesù, che digiunò nel deserto per 40 giorni. San Paolo negli stessi ‘Atti’ (13, 31) dice che il Signore si fece vedere dai suoi per “molti giorni”, senza specificarne il numero, quindi è ipotesi attendibile, che si tratti di un numero simbolico. L’ Ascensione secondo Luca, avvenne sul Monte degli Ulivi, quando Gesù con gli Apostoli ai quali era apparso, si avviava verso Betania, dopo aver ripetuto le sue promesse e invocato su di loro la protezione e l’ assistenza divina, ed elevandosi verso il cielo come descritto prima (Atti, 1-11). Il monte Oliveto, da cui Gesù salì al Cielo, fu abbellito da sant’ Elena, madre dell’ imperatore Costantino con una bella basilica; verso la fine del secolo IV, la ricca matrona Poemenia edificò un’ altra grande basilica, ricca di mosaici e marmi pregiati, sul tipo del Pantheon di Roma, nel luogo preciso dell’ Ascensione segnato al centro da una piccola rotonda. Poi nelle alterne vicende che videro nei secoli contrapposti Musulmani e Cristiani, Arabi e Crociati, alla fine le basiliche furono distrutte; nel 1920-27 per voto del mondo cattolico, sui resti degli scavi fu eretto un grandioso tempio al Sacro Cuore, mentre l’ edicola rotonda della chiesa di Poemenia, divenne dal secolo XVI una piccola moschea ottagonale.
Qual è il significato dell’ Ascensione?
San Giovanni nel quarto Vangelo, pone il trionfo di Cristo nella sua completezza nella Resurrezione, e del resto anche gli altri evangelisti dando scarso rilievo all’ Ascensione, confermano che la vera ascensione, cioè la trasfigurazione e il passaggio di Gesù nel mondo della gloria, sia avvenuta il mattino di Pasqua, evento sfuggito ad ogni esperienza e fuori da ogni umano controllo. Quindi correggendo una mentalità sufficientemente diffusa, i testi evangelici invitano a collocare l’ ascensione e l’ intronizzazione di Gesù alla destra del Padre, nello stesso giorno della sua morte, egli è tornato poi dal Cielo per manifestarsi ai suoi e completare la sua predicazione per un periodo di ‘quaranta’ giorni. Quindi l’ Ascensione raccontata da Luca, Marco e dagli Atti degli Apostoli, non si riferisce al primo ingresso del Salvatore nella gloria, quanto piuttosto l’ ultima apparizione e partenza che chiude le sue manifestazioni visibili sulla terra. Pertanto l’ intento dei racconti dell’ Ascensione non è quello di descrivere il reale ritorno al Padre, ma di far conoscere alcuni tratti dell’ ultima manifestazione di Gesù, una manifestazione di congedo, necessaria perché Egli deve ritornare al Padre per completare tutta la Redenzione: “Se non vado non verrà a voi il Consolatore, se invece vado ve lo manderò” (Giov. 16, 5-7). Il catechismo della Chiesa Cattolica dà all’ Ascensione questa definizione: “Dopo quaranta giorni da quando si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di un’ umanità ordinaria, che velavano la sua gloria di Risorto, Cristo sale al cielo e siede alla destra del Padre. Egli è il Signore, che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto”.
È festa anche dal punto di vista civile?
La prima testimonianza della festa dell’ Ascensione, è data dallo storico delle origini della Chiesa, il vescovo di Cesarea, Eusebio (265-340); la festa cadendo nel giovedì che segue la quinta domenica dopo Pasqua, è festa mobile e in alcune nazioni cattoliche è festa di precetto, riconosciuta nel calendario civile a tutti gli effetti. In Italia previo accordo con lo Stato Italiano, che richiedeva una riforma delle festività, per eliminare alcuni ponti festivi, la Conferenza episcopale italiana ha fissato la festa liturgica e civile, nella domenica successiva ai canonici 40 giorni dopo Pasqua. Nel Rito ambrosiano, però, si celebra il giovedì. Al giorno dell’ Ascensione si collegano molte feste popolari italiane in cui rivivono antiche tradizioni, soprattutto legate al valore terapeutico, che verrebbe conferito da una benedizione divina alle acque . A Venezia aveva luogo una grande fiera, accompagnata dallo “Sposalizio del mare”, cerimonia nella quale il Doge a bordo del “Bucintoro”, gettava nelle acque della laguna un anello, per simboleggiare il dominio di Venezia sul mare; a Bari la benedizione delle acque marine, a Firenze si celebra la “Festa del grillo”.
Come è stata raffigurata l’ Ascensione nell’ arte?
Il racconto delle Scritture e la celebrazione liturgica di questo mistero possiamo trovarli in miniature di codici famosi, fra tutti l’ Evangeliario siriano di Rabula nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, e in mosaici ed avori a partire dal sec. V. Il tema dell’ Ascensione, si adattò bene al ritmo verticaleggiante dei timpani, sovrastanti le porte delle chiese romaniche e gotiche; esempio insigne il timpano della porta settentrionale della cattedrale di Chartres (XII sec.). Ma la rappresentazione, raggiunse notevole valore artistico con Giotto (1266-1337) che raffigurò l’ Ascensione nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Si ricorda inoltre un affresco di Buffalmacco (XIII sec.) nel Camposanto di Pisa; una terracotta di Luca Della Robbia (1400-1482) nel Museo Nazionale di Firenze; un affresco di Melozzo da Forlì († 1494) ora nel Palazzo del Quirinale a Roma; una tavola del Mantegna (1431-1506) a Firenze, Galleria degli Uffizi; una pala del Perugino († 1523) ora nel Museo di Lione; il noto affresco del Correggio († 1534) nella cupola della Chiesa di S. Giovanni a Parma; l’ affresco del Tintoretto († 1594) nella Scuola di S. Rocco a Venezia. In un’ ampolla del tesoro del Duomo di Monza, Cristo ascende in cielo, secondo una tipica iconografia orientale, assiso in trono; in altre raffigurazioni Egli ascende al Cielo fra uno stuolo di Angeli, di fronte agli sguardi estatici degli Apostoli e della Vergine.
Comune di Rodengo Saiano
APERTURA CIMITERO
1 NOVEMBRE - 31 MARZO
orario invernale ore 08,00 - 17,00
1 APRILE - 31 OTTOBRE
orario estivo ore 8,00 - 19,00
SANTA MESSA PRESSO IL CIMITERO
Da lunedì 6 giugno 2022 e così ogni lunedì sera durante l’estate alle ore 20,30 verrà celebrata, in alternanza con le Parrocchie del paese (Rodengo, Saiano, Padergnone), la S. Messa presso il Cimitero
Il lunedì di turno della nostra parrocchia (primo 20 giugno)non verrà celebrata la Messa delle ore ....